venerdì 25 dicembre 2015





       Bucce 



Su e giù per la terra
chi chiede e chiedeva il manto

il vestito lungo, per un giorno in più

ta da da ran...      godi adesso.


Ho appena aperto la porta,  la sposa non aspetta

venderei anche l'anima che non ho
e così è fatta

ta da da ran...      siamo campi aperti.


Ho costruito questo palazzo, sono nervoso
per quel giorno in più

abbassa le mutande

dalla mollica al pane, non è sicuro
per quel finto rapire

attaccati al muro.


Ci gridavano tutti dietro

della bestia che è lenta
per quella strada che non c'è più

ta da da ran...      com'è bello.


Nel punto più alto c'è un cesto per ogni occasione
nessuno lo potrà vedere.


Aspettando gennaio
si possono commettere incertezze

ta da da ran...      la memoria.






sabato 19 dicembre 2015




Grido futuro


Scegli un'altra forma
quella tonda è già stata usata

voci, voci
forse domani.

Una voce
un'ancora nella sabbia.

Urlo a bassa frequenza per farmi sentire
mentre aspetto
i parenti e gli amici che non vengono
scavo un fosso
per arrivare dall'altra parte del mondo.

Guardo intensamente un cacomela magari si muove.


Una radio amica del basso piemonte
 mi ha fatto sapere che lì
c'è un freddo appenninico

qua al mare ancora c'è caldo.

Un caldo strano, albergo per le mosche
15 gradi al mattino a dicembre
una  parte di tempo
che non ha avuto luogo, ne ragione.








sabato 5 dicembre 2015




Lussu e tanti calci in culo



Le bandiere ci avvolgeranno per lavarci
fascio, fagotto e benda dalla testa ai piedi.

Un agosto lontano tra canti e sangue per colorare la lana

conservanti e conservatori per tenere in fresco i bambini
congelatori e uova per l'inverno.


Abbiamo preso il potere
del giudice e della giudecca

ci piove sopra
ci bagniamo

non c'è ragione nella vita
che è nata
è morta in quartiere

tutto è un insulto
un insulto umiliante.


Oltre il fango dei fossi le trombe squillavano
di continuo, come sveglie

non importa quello che si vive
ore e ore rassegnato a cantare

ma come s'incontra la morte.


Nel vendere il culo per due spiccioli
schiaccia, schiaccia,  c'è ancora spazio

le terre lontano dalla testa e filare
per filare sempre più stretto

c'è ancora margine d'offesa a chiudersi
in questo labirinto.


La vita, "bellissima e variopinta"

sono i minuti eterni in questa ressa che  continua
appesi con le macchie a gridare al vento

il vento di un giorno.


Un giorno ancora

nel perdersi nel tetto di una casa distrutta

o in un sogno

con tanta merda addosso

e sperare fortuna, tanta fortuna.













mercoledì 25 novembre 2015


Parola


Le parole fanno fatica a parlare come corpi esanimi sono incapaci di descrivere ciò che accade incapaci di disegnare attraverso suoni ed immagini un quadro reale della realtà talmente è forte la trasfigurazione mentale da rendere ogni tentativo casuale improprio e fasullo.

La comunicazione è una circostanza, un accadimento, una necessità :

cani da caccia tornano con la propria coda tra i denti e contadini ribelli sparano contro la luna mentre un fetore salmastro si alza dalle alghe per dire che siamo vivi e pareti intanto ci irridono sciogliendosi nei colori dell'autunno che fuori impera.

Occhi rossi di melograno quando rubo il tempo alle scoscese vie della presenza perché pare che la mia presenza sia simile alla parola.

Nato parlando
suono
immagine
parola.



giovedì 19 novembre 2015




Non era maggio
e non avevo ragione


Non sono contento
il fiume scorre lento

l'acqua e le pietre vanno in senso contrario
e scende giù che è un piacere di vita

mi bagno le le mani.


Dovrei parlare dei rivoli della pioggia
ma non ne ho voglia

preferirei parlare dei sassi  
delle foci
delle sabbie che si ammassano

dello scontro impetuoso e non in differente con il mare


ma il pubblico ama il fiume
vuole il fiume  
ama le funi.



Fiume di ragioni e incertezze
fiumi di sangue anche al di la del tavolo

fiumi che fumano quando bruciano
fiumi e basta.


Sempre

non sono contento

il fiume mi è scappato di mano

e scende giù che è un piacere.








domenica 8 novembre 2015





il sole splende



Era un cuore solido, forgiato d'oro
una via, una vita, un indirizzo

tanti ideali da spendere nel tempo
nel vento, nel ghiaccio, nelle colline


poi fece soffrire qualcuno
e ne fu talmente colpito da rimanere muto


l'oro si trasformò in stagno
poi in ferro che diventò ruggine
e col passare del tempo in ruvida pietra

grigia, consumata, umida dalla pioggia.


Saldato dall'onore
un corpo da fare invidia
capelli colore dell'autunno più bello

tutti lo salutavano
un cenno, una mano che si alzava
un sorriso, un assenso
un gesto minimo della faccia
uno sguardo di approvazione.


Era un cuore colmo, fermo
un respiro e una parola
un pezzo di ragazzo
argento vivo.


Una strada, un mito, un'opinione.


E' morto, mi dispiace
è morto solo

ma sicuramente è morto contento

giorni felici.





martedì 27 ottobre 2015




L'altro giorno, un giorno




 io sono qui
seduto a osservare

per un momento

parte della bellezza del paesaggio

tranquillità



schiena di monte non duole
fumi malvolentieri

guardandoti dal basso



la poiana che passa
e da lontano
mi saluta



sembri diversa
un poco e un poco non vedo male


tavola imbandita
colori azzeccati
tappeti di castagne



strizzo gli occhi
e vedo nella compiacenza comune
adeguato, appropriato e confacente

frase fatta che passa
e mentre passa


un groviglio     un attimo
una mano che non è un braccio
un braccio che fa da misura al confine


tra le cime degli alberi
e il cielo.






sabato 3 ottobre 2015

Consiglio Musicale

                                                             
                                                   

Esistenza


Il rumore
delle capre o la sirena del cantiere
il dolore  della chiesa un quarto dora prima delle sei
poi  tu ci sei  dopo le sei.

Sveglia cuore , un battito
prima di andar via ,prima di un respiro
prima della della monotonia .

Dopo che i minchioni facciano corte
prima che la burocrazia
ne decida la mia sorte.

Prima della focaccia
dopo il cafe , prima del sussidio
dopo la rivoluzione che non c'e.

Culo ,cuore ,camice ,sudore
silenzio ,poi altro silenzio
attesa dopo attesa ...

Il rumore è silenzio una volta era caos.


giovedì 24 settembre 2015

Via dallo zero


Vite  dalla vita sospese ,
rubate negli anni
imbevute nel vino.

Via dallo zero assoluto , dal buio .

Mi assale ogni parola ,
setaccio di critiche e colori sospesi.

Bugie ed inni alla gioia
negli anni spese male ,
per assomigliarsi ,per specchiarsi .

Un vecchio amico nuovo di famiglia,
un vuoto per rimarginare le voci.

Illeggibile acquerello spoglio,
su una cornice nella casa di campagna.

mercoledì 16 settembre 2015





Querencia


Cerco nuvole come alianti
anime tragiche in cui immedesimarmi

e alla fine risvegliarsi
come nelle tragedie
eroe che ha sbagliato tutto.

Abbracceremo i nostri eguali
che profumeranno di fresco
i nostri eguali al limone.

Scaglie
sincronizzazioni remote
nella ricerca estetica
il fine è l'obbligo.

Pozzi
pozzi di fortuna
scavi
scavi perpetui
mani
mani che escludono

idee e progetti che contrastano
dov'è il futuro.


Forse ho sbagliato tutto
cercando una calma che non esiste.


Un gatto fissa una mosca
pensando di essere potente
e non sapendo quanto Mosca
sia grande.

Il sogno gelido si è risvegliato
nell'inutilità degli artigli

la mosca è più veloce
dei riflessi del gatto

la mosca ha le ali
i miei sogni i piedi.




lunedì 31 agosto 2015





     Pecore grigie


Ho trovato un costume da bagno e un paio di pinne
vicino a casa
sotto il semaforo, all'incrocio

il costume era sporco di fango
le pinne praticamente nuove.


La sicurezza dei cespugli
delle bacche

della frutta da raccogliere.

Il sindaco agricoltore
proprietario

piccoli, piccoli uomini inginocchiati
a terra
grappoli verdi,  pantaloni marroni.

" Così facendo si vìola la legge
  si parla di lei
  dell'illegalità diffusa
  e i diritti ? "
" Quali diritti ? "


Un pettine viola per i miei capelli
rivalendosi sulla testa
anni e anni di attesa

il servizio delle mani
il cielo che cade
le nuvole ci sfiorano.


Sento grida alla radio
voci dall'egeo, urla da Tunisi
poca nafta, remi e parole vomitate

e poi il sonno.


E' tutto chiuso, non si può entrare
stesi immobili in spiaggia

occhi sbarrati.












mercoledì 12 agosto 2015

domenica 2 agosto 2015




Due to



vomiti per ragione      non vedo
non vedo

quello che scrivo       è il bianco richiesto
schiena

si consorti       le stronzate hanno sconfitto il freddo

mi assale         e con la buccia che mi proteggo
carta
cartone   carta igienica    e giornali

dillo che fuori c’è il vuoto

trova un dado      per buttarlo nel fuoco e gridare
sei tu

ora         quella piccola pietra che cercavi è in mezzo alla brace

tanto è inutile continuare

il grigio ci coprirà       come una coperta
sarà corta
molto corta


siamo arrivati a scoprire le lenzuola
con i peli del morto

ma cosa ce ne importa    nella confusione
mi son quasi fatto male
erano stracci grassi         quasi belli
una palestra di vita          immolata

ma no
non importa

raccoglieva tutte le bottiglie
dietro         con le tovaglie ricamate


il cielo                     che diventava polvere
la polvere                sopra i tavoli
mentre si ballava     si gridava

tu sei il diamante

non in quel modo      che tu credi

sei quello che gira     tra i tavoli
una calza gira
si gira tra le mura

non trovo l’ingresso
merda nel cervello

nessuno ha la chiave
la chiave non esiste      non esiste neanche la casa

e allora continuiamo a correre      gridare

la vita non c’è

la vita non c’è
non in quel modo        che tu credi

occasione
un viso d’occasione         era più grande che bello

faccia una strada

una strada un vicolo

un vicolo un ricordo

un vicolo una salita

una salita uno sforzo

uno sforzo una presenza









lunedì 27 luglio 2015




                 il giovane
              "acqua su tavola di giglio"










venerdì 17 luglio 2015



Serve qualcosa per raccogliere



Chiudi le labbra
ora se ne hai coraggio
non desiderando una vita di sfumature
e per amarezza
rifiutarne le parti più belle

butta l’amo, il braccio
e anche la testa libera
pesante
dei tuoi capelli sui frangenti

un attimo di onde e sale
ed il tuo cervello in pasta
cibo per patelle.

Si è spenta la spremuta d’orgoglio
la ragione d’essere

un attimo
patema d’animo e risveglio
miele che appiccica le labbra
affogando nello yogurt la ragione d’esistere
acqua fresca dell’ultimo senso
paté per truppe con rancore
nel sogno di vino lo zucchero
mentre osservo i fori
di chi gratta la vita

e tutto diventa secco.


Un mestolo per la schiuma
e siamo tutti più contenti.




venerdì 10 luglio 2015




                                 
                              VAL







martedì 7 luglio 2015

lunedì 22 giugno 2015





Flebile è il respiro

come la tua immagine riflessa
nell'acqua stagnante

non è questo contorno magnifico
che ad occhi aperti descriviamo agli altri

un giorno non è un giorno
non è neanche un momento che passa

il tempo non esiste

esiste solo quello a cui noi diamo importanza

e tutto quello a cui noi diamo importanza
non ha tempo


e quindi il tempo non esiste.







Immerso


Con la mano tolgo la polvere
sono abbastanza stanco da non accorgermi
di una nuvola densa e magari profonda

è così il mio mondo
chiuso tra i libri accatastati nel bagno
ed il corridoio colmo di saggezze altrui

una vita, un sogno
un’altra vita, un altro sogno mi portò
dipendente
e son questi frammenti di marmo per terra
che danno luce e bellezza al mio camminare

e mentre son solo, avvolto nell'ombra
di viola scuro
tutte le mie paure prendono forma
paure amiche, paure per cui ridere
con cui convivere.

L’estetica e sentendomi infinitamente
e soggettivamente dotato di fascino
mi ha reso prigioniero
sovra-umano, sopra le mie capacità
ma la convinzione è forza
era forza, è luce
luce in penombra.

Le mani mozzate nei secchi del sale
quattro viti in un calibro di 25 ml.
raccolgo le foglie di menta, quelle più fresche
per ricoprirmi, cercare di camuffarmi
ma la polvere rimane
è tutta attorno.

Un piccolo portagioie finto etnico
non so da dove viene
è davanti a me

come saliva il sangue
quasi fino alle spalle
veniva dal petto
e rosa fino al collo

forse è anche vero
è ben lavorato.

L’animale si struscia sulle gambe
cerca cibo

L’animale è libero, non pensa
prigioniero in un piccolo mondo
nella sua inconsapevolezza

io non sono solo
sono anche io libero ?




martedì 16 giugno 2015

Normale

L' orecchio di Gigi
in fondo era normale
in fondo sentiva il suono del mare.

Il rumore dei sandali
il battito del cuore ,le parole.

Il cuore di Gigi in fondo
 non era speciale ,
normale ,una cialda.

Un cuore è un cuore
non un orecchio ,
si assomiglia un po' .

Forse ha un colore diverso il cuore ,
forse .
Mah,una cialda .
,


Felicità.

Tu mi parli ,
nel sonno del giorno
quando vivo come un ventenne
mentre mi agito sobrio
o mentre mi arrendo ubriaco .

L'idea del cambiamento
tra giorni statici , odori violenti
nelle notti incerte ,delle certezze impagabili.

Le mummie delle fabbriche
le anime disossate dalle cattive parole
hanno generato vomiti  e pianti.

Transatlantici e menzogne,
politici moderni in piazze barbaricine
donne che li acclamano ,nuovi rozzi poteri
esultano per un nuovo sultanato .

Siamo nati,
inconsapevoli giocatoli
siamo solo oggetti, in fondo
la crema e la ginnastica e gli specchi
ci han reso migliori ,
ma il profilo è basso
è la rabbia è tanta ,come la miseria.

Il dolore ,
come il sudore non si controlla.

Vedo la tua ombra in fondo al nulla ,
luce che attraversa il tuo sguardo
calce che si specchia tra i  battiti
tra le dita il silenzio e la polvere.

Riapri le finestre
la luce del giorno ingiallisce.
Ora tu mi ascolti.

giovedì 11 giugno 2015



                 ZEN-A


       
         centro





                                attraverso





                                   ragione



             

martedì 2 giugno 2015





                                                    No  Frills






giovedì 28 maggio 2015




Dialoghi notturni e diurni


In fin dei conti è una questione di gusto, a te aggrada a me non aggrada
e prendendo per gradi le possibilità commerciali, il marketing
e gli sponsor che sono dietro, a me piace ancor di meno.

Oltre questa piccola parentesi personale, sui gusti particolari
la notte con il “ruspista poeta ambulante” ed il giorno con il “cuoco genio pittore”
nel tempo è passata sul “vero”, su quello che esiste e su quello che non esiste
su quello che succede e su quello che non succede, sulla totale disinformazione
distribuita alle masse e sulla possibilità del singolo individuo nel districarsi
nella menzogna .
Sui sogni e sulle azioni possibili, sugli investimenti per il futuro, sulle idee
su un futuro realizzabile, progetti per una vita migliore.
Sull’impegno futuro e sulle paure presenti e reali, sui figli, sui padri ed in una luce
di speranza sulle future generazioni.

Ogni nuova idea è un passo avanti, un passo avanti è una nuova libertà
i piccoli compromessi, porte aperte a una lotta interna di principio e all’"autovergogna"
non sempre sono
un adeguarsi alla merda comune anche se all'apparenza è quello lo stato d’animo.

L’importante è non omologarsi nell'idea del profitto nel senso più negativo
ma solo in positivo, appunto, non vendendo merda, utilizzare un mezzo per realizzare
un sogno.
E so di dire una cosa scontata, cosa volete farci, forse anche stupida.

E questo era solo un’altra parte del dialogo notturno che è finito oltre l’alba
e che è continuato due giorni dopo oltre la manica.

Il resto, la parte migliore, illuminata ed illuminante purtroppo non la posso descrivere
essendo troppo personale oltre la mia libertà nello scrivere
forse è quello che voi mai avrete, anche se lo spero per tutti
il senso non è solo nell'amicizia ma oltre, è il senso chimico- fisico dell’unità
ed esserne coscienti
che è anche più in là del “semplice” volersi bene, è un germe di un futuro possibile.

Ne manca uno all'appello, l‘elettrone che si scontra con il nucleo
per fortuna, almeno lui, lo vedo più degli altri
“il malinconico soldato elettrico che combatte contro il mondo”
una dinamo che fa ruota su se stesso, un’allaccio sulla realtà.

Il karma che si paga da solo, come qualcuno dice nell'estasi di un bicchiere
sulle sponde di un fiume che scorre solo d’inverno
e che d’estate e solo spiaggia e pozze per libellule
che noi amiamo.




mercoledì 13 maggio 2015



Discussione sulle primavere


Vendevo uova in uno dei miei sogni
e desideravo seguire nei boschi
i cammini di selvaggina

per descriverlo nei miei ricordi
alle future migrazioni


tra il giorno che passa chiaro alla notte
reo il cielo sgombro di nuvole
e lo scuro delle ombre degli alberi
e la tenue luce che filtra tra i rami

nell'antecedente naturale della storia caritatevole
ed il presente schiettamente manipolato dai media
l’asservimento incosciente

non trova ragione e fama

è la fame del rimpiangere le primavere
mentre si continuava a sognare

il mio banco di uova fresche
e chiamavo ogni uovo per nome
col prefisso figlio di
a seconda del nome della madre

si davano fuoco nell'autunno delle memorie
come cataste crematorie
all'immaginario delle speranze

e nessuno allenta più la propria corda
erede di un'idea

che diventa cenere e poi fumo da spargere sul fiume







giovedì 7 maggio 2015

domenica 3 maggio 2015


Tarallucci e merda


Al volgere della sera
a ridosso della notte

la quiete prende nuova forma
ansimando delle fatiche quotidiane

e i contorni delle idee si fanno netti
senza ombra di sbavatura o crepe

e la sostanza, quella insita nelle parole
diventa verbo e preghiera e canta

l'inquieto inafferrabile sussulto
nato con noi da luce propria

al riverbero della superficie nera
dove le cromature dell'esistenza

hanno invaso di luoghi poco comuni
l'effetto illusorio della vita

dietro specchi spaccati e realtà deformi
la pelle di serpente è lingua di bianconiglio.






Joy Division (2)


Corriamo in una terra di nessuno
attenti alle sensazioni più profonde

crediamo all'odore dei corpi
alla nostra disperazione

non sappiamo dove siamo stati
non sappiamo dove andiamo.

Gianfranco


Stancante violenza
fine a sé stessa
incline
al sadismo
non è ricerca
ma giustificazione
di propri moti interiori
“ se non credi a me
sono casini''

la mia interiorità
forse è denutrita di limpido
perché lo sporco è così quotidiano
da farmi quasi sorridere

ma sbatti la porta tu
non c'è mistero per me
guardo semplicemente cosa rimane
nulla

ricordati che sono un poeta
conosco il fondo più fondo

il dolore che non ho vissuto
lo posso far vivere con le parole.


lunedì 27 aprile 2015


La reciprocità degli zuccheri


E continuiamo a giocare, ho voglia e necessità di un bagno
devo cagare, non vorrei morire così come un coglione
soffro per quel che soffro, per un soffio

e allora lo sono, pazienza.


Ancorato come patella sulla calce come uno struzzo
cemento per difesa
fondamenta, in fondo non cerco niente
non cerco neanche parole

un’ albero che parla da solo
uno strappo di penne in qualche magazzino
un grido di dolore e di aiuto di qualche oca
di molte oche, nel vuoto
per descrivere la mia disperazione
la mia sensazione di paura.


E vorrei anche sentirli i decantatori, futuri gioiosi
spensierati
quelli che da piccoli non lottavano, prime luci
illusioni, miraggi, attese

eppure aspetta a tutti loro una prigione triste
un giorno vessato e oppresso in cui tutto sembrerà rifiuto
o un rifiuto per cui selezionare le carni

a me la testa e a te il cuore ancora caldo
il panico per il mio corpo debole
il fegato ce lo divideremo a morsi.


Anima instabile che corre e corre ancora
soffrendo piena di vizi, oltre essere una realtà
è una comodità, come  un falò

come un faro.

Mentre le urla non tornano da me, nei giorni che verranno
mi sforzavo tra i rovi, nel mio essere coraggioso tra il frigo
e la lavatrice in mezzo a prendere troppo spazio
e per questo soffio

un soffio che non mi salverà, come non mi salverà un’idea
o una ragione.

Batti forte
il cuore è debole e non mi può rispondere
batti forte, tanto il cuore oramai è quasi morto
batti forte 
non ti risponderà nessuno.





giovedì 23 aprile 2015

domenica 19 aprile 2015




Il pozzo



Quanto distano le mie mani da me
a forza di toccare la notte sono diventate
macchie che non riconosco

ma forse è dentro il petto che ha invaso il buio
una frontiera di dolore sordo e costante
tracciata dagli eventi dagli avvenimenti dagli accadimenti

perché mai anche la solitudine è affollata
i minuti e le ore sbraitano parole irrimediabili
detto e fatto in ciò assoluto e incontestabile

è la freddezza più pericolosa
vampa impenetrabile generata dallo sdegno
lama sottile e radice lunga fino al fondo

ha una perfetta simmetria l'assenza
con le montagne che franano dentro
il suono diventa implacabile e reale

e se sono le cose vive che s'impigliano
tra un bicchiere ed un abbraccio
se i fratelli tremano dinnanzi a questo sortilegio

ogni fermata diventa sempre più angusta
per me
la ripartenza sempre più difficile.



giovedì 16 aprile 2015





                                     CINGOMME







domenica 12 aprile 2015

OhSara


Figlio di chi sei
da quale albero vieni giù

dall ossido della mia macchina
la vita sarà più breve .

Dai andiamo via
la città a qualcuno fa traccia , paura.

Inni per un attimo di felicità
arrogante .....





Un sorriso con chi convivere
da convincere
questo lato di vita vede il mare.

La menzogna delle onde
cosa mi aspettavo
nel mattino guardando la risacca.

Avrei ucciso il mio rivale
per amore tuo intrappolato sulle onde.

Il mattino nella casa, la tua casa
non sarà mai il mio destino.

Ho capito dai tuoi passi
che non ti saresti mai fermata
io non lo so .

Non ballare ti prego adesso.



Consiglio Musicale





Il cuore


Un sorriso domani
riepilogo.
Anima dove vuoi.



A Sandra







barva


Semi di memoria inconsistenti, semi di zucca
da mangiare in solitudine e tranquillità

non suoni di ciottoli
ed erba verde senza fondamento e viscida su cui scivolare
ombre sull'acqua.

Burro chiarificato, per bene spalmato
il sole
cosparso come grasso sui sassi

la luce accecante e la pelle che si tira
con forza, con ancora più forza e passione
come quasi fosse possesso

e poi stendere, stendere e ristendere
a mano aperta
e pugno che preme e si fa male fino a sanguinare

di slancio, tra un albero e l’altro
piccola radura nella valle, quasi un sogno

urinare sulla polvere attorno per fare confine.


E lì che ti saluto, ti vedo per l’ultima volta

per me sei quasi un velo su una faccia
un lenzuolo, quello che ti dicevo

copriti, non farti vedere.


Correre per correre, ciò che è nella memoria
terra marrone e forse più

rosso terra nei miei ricordi
per farsi raggiungere

terra per acchiapparsi, per giocare
rincorrersi e non farsi prendere

per gare di resistenza
sfiancando i tronchi in abbracci

per apnee tra i muti di acqua dolce
e tavoli montati, per cucine da campo
per niente
per dormire e per ridere.

Scegli uno scudo, non quello di cartone
e combatti
combatti per me e con me

un foglio di carta spessa da piegare e ripiegare
un triangolo
una punta, due ali, un aereo

su cui volare via.




mercoledì 1 aprile 2015




Foglie


Vorrei essere striato tra le macchie e i sassi di fiume

e via è andato il sole nero cercato dentro il vuoto

ora lì sul tavolo l’acqua in aiuto per me

punte, terra, alberi secchi

è così l’azione, tempi di cenere.


Si sono suicidati per disperazione e solidarietà

su una sedia, sul tavolo e siamo qui seduti, un aiuto per tutti .


Sono un onda del mare, l’infinito che ritorna

un altro giorno migrano, il vuoto è azione

quando creare due piedi ed un angolo

abbraccio che non va, con un soffio la polvere

forse non migrava, viaggiava per un amico

un tavolo e una sedia, uno spicchio, un frantume di legno.



Caldo, qua c’è caldo, in abbondanza del caldo

il tavolo ed un pezzo di pane, un cerchio in più, un ruscello

uno che per la posta è nato più grande, il caldo ha ragione

ed è anche bello stare seduti, rivoluzione.



Una suda di legno, illusioni al posto di pennelli e lame

più grandi di me, fuori piove ed il cuoco si preme le tempie


fuori non piovono fiori

mentre la vita dentro una padella si scalda.





lunedì 30 marzo 2015

giovedì 12 marzo 2015

La polvere




Dobbiamo mandare via quattro anime :
una vestita da volpe
una con un anima da lupo
una col  pisciare sangue
e una metalmeccanica .


Dobbiamo amare la patria
lucidare le medaglie
rivestire di orgoglio i marmi
sputare sugli usci delle case abbandonate
pensare al domani dei figli italiani
nella polvere,tra la polvere .  










 Eccomi, nel bel mezzo


Una idea bella e appassionante
il mattone, quello alla mano pesante
ad ognuno il suo, parentesi cretina.

Era forse l'inizio, un seme di mela ciascuno
cianuro per tutti
anche io ne ho diritto
e voi subito contro.

Linee di tela contro il destino
e non riuscivo a capirlo
e neanche a renderlo piacevole.

Ma vivevamo di immagini e pozzi
foto di pazzi che si rendevano eroi
eroi che si presentavano come quasi umani
il resto del giorno emozioni e sale
insalata di contorno.

Tu hai vinto e adesso non ti ascolto più

quel giorno sono andato a cagare
e ho portato me stesso
ma questo non vuol dire che ero uno stronzo
e non vuol dire che non avessi ragione

se una ragione esiste adesso.


Scegli il mattone quello più grosso
quello più rosso con meno sabbia
sceglilo bene, guardalo
e fallo roteare nella mano.






giovedì 5 marzo 2015





ETA' DI MEZZO



I guardiani non poterono fare niente per contenere quella fiumana
gli spiriti si erano staccati dai corpi e i muscoli fusi con le ossa
spingevano sulle porte e sulle mura della fortezza riempiendo l'aria
con suono di catene e grida di macello e l'odore di massacro si diffuse ovunque
potesse arrivare parola a descrivere ciò che accadeva e il vento
mischiò il fango al cielo diventato bruno di sangue

nelle foreste circostanti si unirono gli smarriti in carovane
e guidati da guaritori vestiti di bianco e da maghi cannibali
alla luce della prima luna bruciarono un fantoccio di paglia e capelli
e agli imbonitori delle folle pagati con tre vergini al giorno
venne attaccata una testa di porco come maschera
e i mercanti dovettero mangiare le pietre più preziose
e gli venne anche cucito l'ano

ma tutto ciò non bastò a placare il terrore e la rabbia

le matriarche inventarono parole nuove e dalle solitudini
delle loro cosce e dalle labbra sottili della loro memoria
fuoriuscì un grido di vendetta che uccise le altre donne
una per una

mentre il ventre dei vincitori s'ingrossava al sole sugli sdrai
le pesche ebbero una loro anima
i piedi i loro organi
i cani un osso.

I bambini si arrampicarono sugli alberi e attesero per due giorni
l'ultimo seme.

martedì 3 marzo 2015




               Ajde


Vittima o carnefice libero arbitrio
uomo di merda andiamo avanti andiamo oltre

il coglione del mondo non aveva casa e da povero
cercava di navigare su tutti

lo strutto mescolato tra un cassonetto e l'altro
a seconda dell'ora viva il futuro.


L'olio nasce per avere ragione di crescere
e subirne l'affetto ma io non posso
non posso stare zitto e nessuno mi ascolta

era un chiodo fisso fissato nel legno
quel legno ha avuto ragione la porta era chiusa
era chiusa per sempre la catena.


Si viveva tra gli argini e le piume
di un cuscino una volta morbido
di un parente partito per la rivoluzione
e nessuno ci crede a mura basse e grasse.


Fori fuori dal cuore i nei
i crudi
gli ultimi che amavano la carne

ossa grosse negando apparenze rustico nel verde
eppure temo ancora il colera
mestolo di rivista.






sabato 21 febbraio 2015


La distanza c'è.

Il primo giorno le rose affilarono le spine
e prima di sbocciare si piegarono verso la terra
perché non avevano molto da profumare attorno
senonché arrivò un cane e guardando tutti negli occhi impose pietà .

Il secondo giorno il cane fu ucciso in una spiaggia al tramonto da un coltello poco affilato ma da intenzione vera.

Le onde si spaccavano su scogli neri come le nuvole che d'inverno maestose si ergono su quella calma apparente e su pensieri rigidi.

Intanto tronchi di legna rotolavano giù lungo la collina e per passare i crinali gli uomini spingevano il loro cuore verso i trattori.

-Il romanticismo delle lune è finito- disse ridendo l'artista , ma prima di lui noi avevamo inventato la parola.

Le cose importanti vengono a galla prima o poi come legni e segni.
Appena avremo tempo il tuo mondo si distruggerà da solo.

Il terzo giorno le mani si aprirono
tagli di filo spinato e sangue e arido dire
pancia da ristorante palazzi al settimo piano
ma siamo o non siamo amareggiati o allegri
divisi invisi sempre gli stessi noiosi inclini a lati bui
oppure siamo noi capaci di saltare
da una cosa all'altra

guardare negli occhi un angelo
nascondersi nel bagno
per raccogliere pere a fine estate

uno svenarsi per dire tutto
adesso
parlare di un'idea come se fosse un lutto

ma il quarto giorno 
è il racconto
la musica assoluta .

Credo nelle presenze fisiche.


venerdì 20 febbraio 2015




Grano bagnato e poi marcio
e tutti a contare i soldi, che grande esposizione
pesa di più
che bello essere internazionali.


Farinella per il pane

L'individuo spogliato
fusto di melo, tagliamoci le orecchie
al sacco, della politica comune
il vuoto.

L'eco del campo,chiedendo pietà
il sangue ci scorre addosso
la critica gridata, cavalcando scalzi
i santini nascosti sotto le pietre
faccia a terra
negli angoli, dentro i muri
colpa del ventre
non si ritorna indietro, chi è pesante affonda
niente si è mai mosso, nella merda comune.

Parliamoci
incontrandoci dopo anni
confrontando le scelte sbagliate
con il forse se, abbracciandoci con cautela
come tappi di sughero collezionati
scegliendo il colore a seconda dell'umore
e quindi verde e marrone
preferendo il dialogo nel momento del bisogno
e giallo intenso per concludere.

Tutti sono all'attacco nella difesa del nulla
aggrappandosi al ricordo di un'idea
o di un sogno.

Noi e gli altri vestiti di bianco
noi pieni di vermi
nascondendo il viso con la barba
meteore morte, stelle cadute per sempre
in attesa di mordere con forza
le radici amare che ci tengono stretti
stretti e legati
cercando di fuggire, alla fine.