domenica 19 aprile 2015




Il pozzo



Quanto distano le mie mani da me
a forza di toccare la notte sono diventate
macchie che non riconosco

ma forse è dentro il petto che ha invaso il buio
una frontiera di dolore sordo e costante
tracciata dagli eventi dagli avvenimenti dagli accadimenti

perché mai anche la solitudine è affollata
i minuti e le ore sbraitano parole irrimediabili
detto e fatto in ciò assoluto e incontestabile

è la freddezza più pericolosa
vampa impenetrabile generata dallo sdegno
lama sottile e radice lunga fino al fondo

ha una perfetta simmetria l'assenza
con le montagne che franano dentro
il suono diventa implacabile e reale

e se sono le cose vive che s'impigliano
tra un bicchiere ed un abbraccio
se i fratelli tremano dinnanzi a questo sortilegio

ogni fermata diventa sempre più angusta
per me
la ripartenza sempre più difficile.



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