Il pozzo
Quanto distano le
mie mani da me
a forza di toccare
la notte sono diventate
macchie che non
riconosco
ma forse è dentro
il petto che ha invaso il buio
una frontiera di
dolore sordo e costante
tracciata dagli
eventi dagli avvenimenti dagli accadimenti
perché mai anche la
solitudine è affollata
i minuti e le ore
sbraitano parole irrimediabili
detto e fatto in ciò
assoluto e incontestabile
è la freddezza più
pericolosa
vampa impenetrabile
generata dallo sdegno
lama sottile e
radice lunga fino al fondo
ha una perfetta
simmetria l'assenza
con le montagne che
franano dentro
il suono diventa
implacabile e reale
e se sono le cose
vive che s'impigliano
tra un bicchiere ed
un abbraccio
se i fratelli
tremano dinnanzi a questo sortilegio
ogni fermata diventa
sempre più angusta
per me
la ripartenza sempre
più difficile.
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