domenica 12 aprile 2015



barva


Semi di memoria inconsistenti, semi di zucca
da mangiare in solitudine e tranquillità

non suoni di ciottoli
ed erba verde senza fondamento e viscida su cui scivolare
ombre sull'acqua.

Burro chiarificato, per bene spalmato
il sole
cosparso come grasso sui sassi

la luce accecante e la pelle che si tira
con forza, con ancora più forza e passione
come quasi fosse possesso

e poi stendere, stendere e ristendere
a mano aperta
e pugno che preme e si fa male fino a sanguinare

di slancio, tra un albero e l’altro
piccola radura nella valle, quasi un sogno

urinare sulla polvere attorno per fare confine.


E lì che ti saluto, ti vedo per l’ultima volta

per me sei quasi un velo su una faccia
un lenzuolo, quello che ti dicevo

copriti, non farti vedere.


Correre per correre, ciò che è nella memoria
terra marrone e forse più

rosso terra nei miei ricordi
per farsi raggiungere

terra per acchiapparsi, per giocare
rincorrersi e non farsi prendere

per gare di resistenza
sfiancando i tronchi in abbracci

per apnee tra i muti di acqua dolce
e tavoli montati, per cucine da campo
per niente
per dormire e per ridere.

Scegli uno scudo, non quello di cartone
e combatti
combatti per me e con me

un foglio di carta spessa da piegare e ripiegare
un triangolo
una punta, due ali, un aereo

su cui volare via.




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