lunedì 5 settembre 2011

Sale grosso

Pier  domani sera birretta

se la dinastia delle zanzare stanche

non ci attende alle casette .

Sulla passeggiata la musica fa eco

alla nudità del mare ,

un gregge di uomini trasporta un Cristo

su una croce di ghiaccio.



Mario

ora i figli sanno di poter superare i padri .

Un futuro qualsiasi ci basta

una bilancia

un metallo vecchio da riverniciare ,

uno specchio per un paese con gli occhi stanchi .



Giammi che mondo hai trovato al di la del mare,

quale democrazia annega nell’arrivismo

mentre i liberi strappano i ferri dal muro.

Una luce che non vola , la guardo mentre

spoglia le sigarette dai filtri .

Aspettandomi , ho fumato tutti i pensieri

nel bar ridiamo , di come siamo ingrassati

ridiamo uccidendo gli alibi che ci dipingevano santi.





Sono un uomo che cade spesso

nel legno che arde , nel frumento

sulle mani spaccate , nella pioggia di fango

nel cuore delle mele , nei marmi di Lenin .

Solo rabbia di uomini disarmati

nel globale un assassinio sociale

parole come proiettili su un muro

di menzogne mai dimenticate .

Rosso nel bianco delle camicie dopo la vendemmia.



Estate

Nel canto di ogni parola scritta ,

nell’amare troppo amare

due volte lo stesso cuore.

Utopie di uomini

di arbusti ingialliti dalle urine ,

olivastri dai capelli grigi

nelle foglie sane senza confine o partito .

Nelle menti dei pazzi altri palazzi

il vino sul tavolo dei sogni raggiunti

gli occhi profondi della venditrice d’argento

parlano sottovoce.



Marea

annega il mio cuore nell’acqua;

è la tua immagine

che tiene sospeso il destino

non accetto il futuro che cerco.

Un caffè sul balcone da Peppe

osserviamo il mare e il cemento

le gioie nello zucchero a sciogliersi

cumuli di sigarette fumate

è moderna la musica che ascolti,

è moderno un cuore nudo da pregiudizi ?



Agosto

le narici dell’ asino

nella collina arida

una fonte d’acqua

nell’ombra contesa .

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