giovedì 22 settembre 2011




Mini anfore verdi e profumate
nel marmo della finestra
come corollario di fianco al water
bella presenza


Scopi meglio l'orgoglio
o la ragione seguendo il filo
lacrime


Che cacca di razionalità
sciogliendo zuccheri nel vino
meglio acidi che sobri
per ben assorbire il tempo presente


Cado come foglia sull'asfalto
ne derisione ne voglia
solo cado


Cado per essere giallo a terra
la gravità mi attira verso il marcio
verso l'uso, il consumo e l'eccesso
ed il cesso come compagno di lotta




Lotta continua sempre in bagno
quel che avanza sono pagine


Bianco di vita macchiato
toro deriso che scappa
uomo trafitto a nudo sull'arena
nella platea che scalpita
chiedendo il tuo sangue
ed anche il mio


Cova coniglio cova
e così va via
l'amaro del fiele cotone
attratto l'amico rancore
come ferro nell'acqua
latte che brucia


Non penso ma sveglio
non esiste paura come codice
o animale che si rifugia
pian piano pagano tutti
come lente che riflette i lamenti


Cova coniglio cova
amore e mele e chi fugge
senza rispetto, tra i mattoni che cadono
a ridosso delle spiagge di una vita
cederanno tutti
chi non scivola farà una vita a pezzi


Auguri tra le  pesche e il vino....



martedì 20 settembre 2011







    Vetro e terra, facendosi alzare al mattino
    suona questo mese di settembre
    non credo durerà
    come giallo luccicante sulla sabbia
    pare chiedere conto all'anno.

    Di rigurgito, tuona potenza in lontananza
    come verme sopravvissuto
    come tagliare da adesso in poi
    viola di luce il destino
    prima è passato, passato da mettere via.

    Va dove non mettere da parte una vita 
    un incrocio messo al collo, così
    a tal punto da essere segno
    dove andare, un mese per perdersi
    settembre.

    Segnali di ferro sul tavolo
    occhi forti non si spengono
    corrugati di carta per raccogliere
    nell'intimità i nostri tesori.

    Prima di bruciarli e levigare così
    limando la crosta dalla pelle
    le idee maligne ed i "progetti".

    Neanche fosse vera vita....
     

                 
                           chi ha esperienze da vendere apra un laboratorio 
                  per distillare saggezza e distribuirla ai poveri di
                  spirito, chi pensa di non averne affitti uno specchio
                  e ci si piazzi davanti aspettando ispirazione 

    




venerdì 16 settembre 2011



                              Non







   Non si può più uscire, legati
   nella casa che brucia
   il fuoco a valanga
   corpi ammassati bloccano la porta.


   C'è chi pensa al suicidio
   l'addio silenzioso e cosciente al corpo
   portandosi l'anima in tasca
   in vite da sogno o solo sognate.


   Anche le finestre sbarrate
   il vetro si scioglie
   creando specchi nei pavimenti
   in cui i soccorritori
   potranno riflettere il proprio orrore.


   Si fugge in campagna
   si ritorna alla terra, almeno chi può
   gli altri
   incatenati a un lavoro che non c'è più
   prigionieri in città
   delusione e violenza, forse
   solo rassegnazione.





mercoledì 14 settembre 2011



                                 Giostra







Un treno raschia nella notte
senza fermarsi, rotaie deboli
occhi innocui, innocenti
fissano lo scorrere degli alberi.


Era più che pietra, fuori i luoghi
gli sposi di pietà
sputi sulle ruote, non si arriva.


Più che essere niente meglio polvere
code di specchi, stanze che si riflettono
sui nostri cari, sui fianchi
io chi sono ?


E vedremo nei traguardi
trafugare eroi senza alibi, influenze
senza briglie, senza fronti.


Cosa fare di noi, quale passato
scemi che guardano e credono
gonne che si muovono
luci che si alzano senza onore.


Il treno non fa fermate
tornando a casa, non solo
non solo.





lunedì 12 settembre 2011












     
      Champagna


L'uomo del mare ha attraversato i confini
linee immaginarie segnate sulla terra
il peso sopra
davanti i solchi del lavoro.


Chiusi in un angolo nell'ultimo filare
dove l'unico albero faceva ombra.


La terra non più grassa
le piogge finite dall'ultima volta
l'ultima volta che ci aveva fatto compagnia.
Ormai l'acqua, l'unica cosa libera
è arrivata al fiume, il fiume
con o senza nome.


Le pietre sbattevano una con l'altra
come rintocchi, suoni violenti
scintille che cercano il fuoco.
Di nuovo, ancora di nuovo sbattere
forse erano solo pietre.


Uomini curvi caricavano ceste aspettando il tramonto
il tramonto è la fine del giorno.
Si piegano le braccia fino ad arrivare a terra
ancora non piove
come sabbia rossa che si spezza.


Tra il timore e la puzza
l'odore di tensione
sudano le lacrime attraversando il corpo
il resto si attacca sulla pelle.


Avevo una casa solida e sogni
vorrei chiedere solo più ombra
almeno in occidente.


   ( campagna )





domenica 11 settembre 2011




       Nord  Carolina



   Ha spento i suoi capelli, di nero corvino e luce d'albume
   eugenetiche.


   Quando sull'acqua gelida scioglievi le cime e le chiome
   come zingari di svezia
   covo di angeli neri i corvi, veri per i fratelli del volo
   dove l'aria non era respiro ma qualcosa da far passare sotto.


       Tu non sei nero, ricorda, sei blu
       ricordati che sei blu.


E quindi mi vergogno per chi non ama gli uccelli diversi
corvo nero o corvo rosso
tutti mangiano lo stesso grano
se ci fosse ancora grano da mangiare, di plastica
e pesticidi utili solo per divertire i bambini delle mense.


   ''Il benessere collettivo risolve il malessere ereditario
     manifestamente non idonei.''


   Non amano i corvi perché non li conoscono
   chi ama un diverso, diverso diverso.


   Ho sputato i suoi capelli perché erano blu
   le sue labbra rosa
   le sue tempie d'amianto
   il suo viso ingiallito
   una bella faccia il censore.


   Il censore forse ha problemi
   il censore forse è diverso
   è alieno, potremo mangiarcelo
   se non facesse schifo.








giovedì 8 settembre 2011


















































Frutti che ancora devo cogliere
restando in silenzio
    senza terra
    cagando fuori dal secchio.


Chi è solo, tra i tavoli
    le famiglie riunite
    mangiare e ridere
    verde al verde.


Lenti grosse, ventri lontani
    da bambino non vedere
    spine e alloro
    canti tradizione e giochi di mano.


Nel campo che non c'è più
davanti al mare, sul frangente
vedendo solo se stessi.


E adesso, frutto maturo
ancora parli
    tra la terra e il mare
    tra il male e la gente attorno
matrimoni e fichi
foglie e foche di contorno
    il secchio è colmo
    amore e fortuna.


Pieno, puzza di merda
un odore
    profumo di coscienza
    riuniamoci tutti attorno.





   








martedì 6 settembre 2011





Truppe, felici strazi, chi ghigna
tanfo, topi rassegna cartelloni
irrompono nella città in disordine
tra spari a terra e grida
serrande di ricordi, fori nel muro amico
uomini bambini corrono, la terra assorbe
armati di sangue e speranza
rupi dove poter calare se stessi da vecchi
per dare destino alla successione.


Torte, si gioca dove si tira e si ritira
fiumi di terra e campo affogato di merda animale
rotea, circoli, cicli e pagliacci per settimane corte
troppe anime corrotte
governano il freddo delle nostre esistenze
rotte le resine colte e diseguali e disilluse dall'attesa
tratte e riproposte come volte precedenti
musiche di contorno
funerali in salse da ballo con sorrisi d'accompagnamento
ratte, signore vestite di raso vecchio
sorridono su denti macchiati di rossetto.


Trappole per divinità traverse vendute al primo specchio
trampoli uomini in divisa adorano cani urlanti
trattative cenere pranzi nascosti sotto
sotto un cielo mai uguale







lunedì 5 settembre 2011

Consiglio musicale

Sale grosso

Pier  domani sera birretta

se la dinastia delle zanzare stanche

non ci attende alle casette .

Sulla passeggiata la musica fa eco

alla nudità del mare ,

un gregge di uomini trasporta un Cristo

su una croce di ghiaccio.



Mario

ora i figli sanno di poter superare i padri .

Un futuro qualsiasi ci basta

una bilancia

un metallo vecchio da riverniciare ,

uno specchio per un paese con gli occhi stanchi .



Giammi che mondo hai trovato al di la del mare,

quale democrazia annega nell’arrivismo

mentre i liberi strappano i ferri dal muro.

Una luce che non vola , la guardo mentre

spoglia le sigarette dai filtri .

Aspettandomi , ho fumato tutti i pensieri

nel bar ridiamo , di come siamo ingrassati

ridiamo uccidendo gli alibi che ci dipingevano santi.





Sono un uomo che cade spesso

nel legno che arde , nel frumento

sulle mani spaccate , nella pioggia di fango

nel cuore delle mele , nei marmi di Lenin .

Solo rabbia di uomini disarmati

nel globale un assassinio sociale

parole come proiettili su un muro

di menzogne mai dimenticate .

Rosso nel bianco delle camicie dopo la vendemmia.



Estate

Nel canto di ogni parola scritta ,

nell’amare troppo amare

due volte lo stesso cuore.

Utopie di uomini

di arbusti ingialliti dalle urine ,

olivastri dai capelli grigi

nelle foglie sane senza confine o partito .

Nelle menti dei pazzi altri palazzi

il vino sul tavolo dei sogni raggiunti

gli occhi profondi della venditrice d’argento

parlano sottovoce.



Marea

annega il mio cuore nell’acqua;

è la tua immagine

che tiene sospeso il destino

non accetto il futuro che cerco.

Un caffè sul balcone da Peppe

osserviamo il mare e il cemento

le gioie nello zucchero a sciogliersi

cumuli di sigarette fumate

è moderna la musica che ascolti,

è moderno un cuore nudo da pregiudizi ?



Agosto

le narici dell’ asino

nella collina arida

una fonte d’acqua

nell’ombra contesa .

domenica 4 settembre 2011




      Non c'è che mentire,
      tra le mani e  il sapone
      cotone bianco, latte di calce
      tristi di non vivere per sempre
      piogge di settembre.

      Lavare per due volte
      piedi imbalsamati 
      perché ?
      Perché non vincere
      come foro sulla pelle
      piombo che trapassa bruciando
      per un altra vita.

      Digiuno di rito, in piedi
      occhi per ballare, gambe lisce
      sale per ginocchia, nell'imbarazzo
      code di donne e gambi 
      scope e fruste dopo le piogge
      carni crude sulle rive poggiate
      manichini che servono
      s'inchinano a tutti.

      Qualsiasi futuro vivere, senza presente
      grassi per perdere, estati senza caldo.

      Scegliere di non essere, di non esistere
      è stato così lungo attraversare
      tra il marciapiede e la strada
      finalmente cogliere qualcosa...




venerdì 2 settembre 2011








      

       Fiori di campo colorano il cielo
       attori anarchici vibrano nell'aria
       mani e corpi, tessuto di protesta.

       Il mattino si tinge di viola e giallo
       sdraiati spezzano il traffico e la corruzione
       come corridoi di roccia, 
       alti muri che soffocano
       corpi duri alzano braccia tese verso l'alto
       nel verde intenso 
       boschi che abbracciano le montagne
       ombre sulla città in tensione
       dove risiede, ammassata, la massa.

       L'acqua non ha respiro, si costringe e scava
       mentre le diverse anime dei cittadini
       si riversano incastrate nei quartieri
       tra gole di calcare e la strada
       scava la mano con dolore
       cova l'odio ed il rancore
       sangue e terra.