
mercoledì 17 dicembre 2014
Le radici non profonde
Non ho paura di morire domani
di me rimarrà l'odore
e sarei pure contento di morire
come un rospo schiacciato dalle pietre
e alleggerire così le mie pene
i chili di mele sul balcone, conservati in segreto
voi che ne sapete
della mia anima gentile
della mia spensieratezza persa in un'estate
tanti anni fa.
io non ho paura
paura di morire
come rana sola in un cortile
perché oramai sono solo
ed il vino mi porta solo saggezza
non più dolore
il sale del mare si fa statua
e la sabbia della spiaggia ascolta
il male è dentro e non ci posso far niente
è dentro di me dalla testa ai piedi
e non posso più farci niente
per questo non ho paura.
Fungo per fungo e muffa per muffa
vorrei essere corteccia
e la vita è diventata un attimo
quell'attimo che vivo
e quell'attimo dopo non vivo più più
l'amarezza dell'accaduto
scorticato dalle mie passioni, la linfa che cade a terra
e ancora di più il domani
come amore per un nido di vespe.
lunedì 15 dicembre 2014
Loro e gli Altri
( un vomito, un umile sfogo ignorante tra la nostra prosa )
Dall'equatore ci si può lanciare
con continuità elevare se stessi.
Il loro obbiettivo è l'eliminazione ( distruzione )
dello " Stato Sociale Europeo " :
sospensione dei diritti
abbassamento dei salari
riduzione delle speranze
appropriarsi di tutte le attività in mano agli stati
privatizzazione totale di tutti i servizi essenziali
per poter lucrare sulla vendita di tali servizi
( ed il relativo loro controllo )
aumentandone a dismisura il debito pubblico
di tutti gli stati europei ( e non solo )
così da diventare ( già essendo ) debitori a vita
quindi perdita totale della sovranità degli stati
controllo sovranazionale dei beni primari di ciascuno stato
riduzione in "semi schiavitù democratica" dei cittadini.
L'acqua, l'esempio che spiega tutto
la testa di ponte ed il resto sarà semplice.
L'acqua non è più un bene essenziale di proprietà pubblica
cioè di tutti
ma una merce in mano alle multinazionali private.
L'acqua, la nostra fonte di vita è il simbolo
l'acqua non è più nostra
è loro
e loro ce la venderanno come e quanto
e a quanto vorranno.
Non siamo più cittadini sovrani, ( la sovranità appartiene al popolo...)
e sicuramente non lo siamo mai stati
in quanto i futili parlamenti che pensiamo di eleggere
non hanno più potere di fronte alle decisioni delle entità sovranazionali
in base agli accordi che i "nostri" rappresentanti firmano per noi
senza neanche informarci.
Tali accordi hanno più "potere" delle leggi dei singoli stati
( praticamente le vanificano)
e anche riuscendo a cambiare l'orientamento politico dei parlamenti
dei vari stati europei, in modo da modificarne le leggi
in positivo, qualità della vita dei cittadini
tali leggi sarebbero purtroppo subordinate agli accordi internazionali.
Noi cittadini e i nostri illusori parlamenti praticamente "ce l'abbiamo nel culo"...
non abbiamo e non avremo più voce in capitolo
o più direttamente : non contiamo più niente.
In conclusione, se non si fosse capito
loro hanno preso il potere totale
e noi tutti non possiamo più far niente.
Da presunti cittadini quasi liberi a consumatori schiavi
sotto salariati servi
e tutto ciò attraverso pratiche che loro chiamano
DEMOCRATICHE.
Dall'equatore ci si può lanciare
e non fare più ritorno
martedì 2 dicembre 2014
domenica 30 novembre 2014
mercoledì 26 novembre 2014
Berlconismobionico.
Se fossimo liberi veramente.(1 EXP) .
Se le nostre parole lasciassero un segno (2EXP) .
Se un nostro impegno fosse parola per lo meno a metà (3EXP) .
Se un mai fosse per sempre un forse (4EXP) .
Le nuove generazioni (5 EXP) .
Duraturo è come dire ci vediamo domani .
In mille
(Poesia nel pallone)
Siamo vivi in mille
una vittoria libera
una libertà conquistata ...
Non è facile amare
senza essere ripetitivi
mi basta essere un uomo in Francia .
Mi immagino di essere un uomo
un uomo affaticato .
Siamo vivi in mille
una vittoria libera
una libertà conquistata ...
Non è facile amare
senza essere ripetitivi
mi basta essere un uomo in Francia .
Mi immagino di essere un uomo
un uomo affaticato .
Un occhio astigmatico
Dio ho un occhio
l'altro è astigmstico
pensavo di essere cieco
pensavo che era tempo di rinunciare .
La dittadica italica mi oobliga a me e agli agli altri
di mentire che vado male che vedo male .
Io so che vedo bene ad un oochio
sogno di essere uno che vede ma non pensa
un vuoto che mi paga i debiti .
domenica 23 novembre 2014
mercoledì 12 novembre 2014
Prima dell' Hotel (Pensieri in autostrada per non addormentarsi )
Provo a parlare con un Ascolano a Falconara Marittima
del Punk rock dei pescaresi The Gang , non si ricordano di loro .
Forse a Londra (mentre brucia) si ricordano di Joe Strummer ?
In Ancona lo guardano storto il punk e i centri sociali Bolognesi , i pescaresi
mi guardano storto pure a me ...sono solo un pò anziano per fare certi discorsi.
Con il mio miscuglio di accenti sono puro come la nicotina,
sono sempre un sardo metalmeccanico in continente .
Dove vuoi che andiamo , Italia... ni dalla lettera maiuscola ,
dalle idee povere , nipoti di un proletariato diseguale e della miseria contadina .
Sudditi inconsapevoli delle famiglie borboniche e di Grazia Deledda
addolciti dai cioccolatini Sabaudi per il patriottismo di un Re in fuga
son morte le barbatelle dei nuovi vigneti per un cinquantennio almeno .
mercoledì 5 novembre 2014
giovedì 30 ottobre 2014
mercoledì 29 ottobre 2014
…..a quello
sguardo risposi con un sorriso
forse tutto era già
stato detto o niente c'era mai stato da dire
in una giornata
piovosa qualcosa aspettava entrambi di sicuro
le caldaie
soffiavano fuori fumo dai camini color zinco
e nei balconi gli
abiti fradici si tingevano di catrame
in un mondo troppo
angusto per essere sincero
troppo truce per
essere fasullo
cosa ha rotto le
parole come se fossero vetro?
un vento talmente
forte da abbattere le cime degli alberi
forse
un nodo così
stretto alle scarpe da non poter camminare
oltre quella linea
dove la disperazione
è dovere
oppure siamo stati
noi incapaci
d'andare altrove
viziati a tal punto
da non credere
alle promesse fatte
non può reggere
il cuore
non può reggere il
cuore.
mercoledì 15 ottobre 2014
Il cianuro.
Guardami mondo ragionevole
potevo essere una persona umile
potevo amare la storia tra i neon .
Trasferirmi nella rocca in fondo al golfo .
Radicarmi nel rumore dello stereo
meglio pensare alle ancore alla fonda
meglio uccidere il sogno tra gli scogli .
E' impossibile annusare l'acqua
l'anima del vaso tra i limoni
tra i suoi simboli passeggeri salvi .
Arrivare alla fonte per odiare tutto,
un dolore un sorriso
una margherita disperata tra le aiuole .
giovedì 9 ottobre 2014
lunedì 6 ottobre 2014
Avevo Trentanni .
Per quel dolore che so
che sai ,che sento ancora .
La mia anima per quello che so
mi chiese di partire
di sognare una vita altrove .
Singhiozzavamo ubriachi ,io e te
assieme al mio disordine.
Me la cavo , me la caverò mi dissi allora .
Come un cane ferito
spero di cavarmela da solo ,
senza un branco .
Con la neve sulla prua di una nave
sognando un'idea ,
fumando un'altra sigaretta senza fretta .
Ho imparato qualcosa
guardandomi quando mi lego ad un idea .
Un panorama semplice
la vita in un albero
seduti nella sua ombra
tra i fallimenti nell'ansia
ad attendere pensieri
mangiando carne secca
per noi migrati , il paradiso .
venerdì 3 ottobre 2014
I
guardiani non poterono fare niente per contenere quella fiumana
gli
spiriti si erano staccati dai corpi e i muscoli fusi con le ossa
spingevano
sulle porte e sulle mura della fortezza riempiendo l'aria
con
suono di catene e grida di macello e l'odore di massacro si diffuse
ovunque
potesse
arrivare parola a descrivere ciò che accadeva e il vento
mischiò
il fango al cielo diventato bruno di sangue
nelle
foreste circostanti si unirono gli smarriti in carovane
e
guidati da guaritori vestiti di bianco e da maghi cannibali
alla
luce della prima luna bruciarono un fantoccio di paglia e capelli
e
agli imbonitori delle folle pagati con tre vergini al giorno
venne
attaccata una testa di porco come maschera
e i
mercanti dovettero mangiare le pietre più preziose
e
gli venne anche cucito l'ano
ma
tutto ciò non bastò a placare il terrore e la rabbia
i
bambini si arrampicarono sugli alberi e attesero due giorni.
martedì 23 settembre 2014
Basso è il piemonte .
Da quanti giorni non vedi la tua casa
silenzio la polvere nel buio
un alcolico rimedio per non sentirla .
Ora non guardo neppure le ombre ,
osservo gli zigomi delle tartarughe.
Sento le lacrime parlare,
oggi che non vedo abbastanza
per essere degno della voce,
dei miei occhi ne ho un vago ricordo.
Dei miei sensi rincoglioniti in ogni dove
dell'esistere solo per mordere capezzoli
sola frutta sul tavolo della mia esistenza .
Oggi sono io come tutte le mattine
oggi non c'è il mio cane come tutte le mattine .
Solo la mia immagine trattiene la sua ombra
solo la mia ombra che non sa come dipingersi.
Il suo cane ha la coda mozzata signore .
.
La polvere e le ragnatele del basso piemonte.
Ovviamente .
Tutti in love & Peaces
ALI AnzelottoS in PEACE, ALI PASToRIKEA in PEACE ,,GIOVANNIDAMIANOMARIA in love,SEBASTIANTOTTOY IN LOVE, SALVATOREARCANGELO IN LOVE ,,,ANTOANGELOGIUEPPE ( per gli amici TONY) IN LOVE..... John Lennon a Binnenare...
giovedì 11 settembre 2014
mercoledì 10 settembre 2014
Verderame
Piume per terra, funi per il cielo
nel pavimento tappezzato di marmo
un attributo che è diventato un attitudine
e di ristrettezze negli anni
Giovanni di passaggio cantava perdendo soldi dalle tasche
pantalone per pantalone e maglione per maglione
non da fratello a fratello
ma da padre a figlio
tra il tutto più largo al tutto più grande
non bello ma abbondante
non bello per niente
e adesso a osservare piume per terra
nel pavimento giallo corso da aggiustare
bucato
con lo stucco finto marmo
il gatto in posa osserva
tutto verde.
Cosa vuoi che mi ricordi di quel campeggio
per un giorno
re delle sigarette nuova cultura
cosa mi ricordo
in quella tenda per un giorno.
Eravamo in due a caricare il cassone
del trattore
uno guardava e l'altro si spezzava
uno sceglieva i pezzi e l'altro si spezzava
mentre si puliva il culo con le pietre lisce
uno era un coglione e l'altro era un coglione uguale
che si faceva male.
Quel che raccolgo ora nel fondo della mia miniera di moccio
e povertà
tra un ghiacciolo e l'altro
oltre la rassicurazione dell'inutilità
è una collezione di stecchetti di legno
di questa vita ruota ancora senza scope elettriche
una meravigliosa giornata dal vino d'asporto
neanche un vuoto a rendere sarebbe un paragone adatto
per come riciclare un ombra.
venerdì 29 agosto 2014
Quello sul cancello a destra .
Ciò che pensavo,forse era un forse dovuto
forse era già un dipinto nelle campagne di Londra
già consumato nella pentola
impanato dai poeti della ballata dell'esilio.
Ciò che vedevo era già capibile ,
frantumato come una noce piemontese
consumato tra le fiabe dei fratelli Grimm
ucciso nelle verità di Battiato .
Ciò che ascoltavo era l'illusione del grigio
era la di luce di Sedda e l' anima di Cavallo
il mio cantare era nero di seppia .
L' anima ognuno di noi se la coccola .
Ho visto Marco, poi ho visto Francesco
con occhi lucidi e pance marsupiali
sono quasi uguali ,il silenzio nel distacco
li rende più forti ,la parola nella loro scrittura.
Chi ha guardato il fondo veramente .
..........
.......
Ma veramente il fondo .
giovedì 21 agosto 2014
Verde pioggia costante
Altre sinusoidi mentali
altre frequenze
contribuiscono a vederti
i dettagli dei compromessi
negli angoli di ogni sorriso ,
silenzio
un cerchio immenso nel quale perdersi .
Mattino essere illuminati dal brutto tempo
nessuna lacrima dal passato
nessuna scoria alcuna .
Senza suolo con superficialità ,
senza benzina con il silenzio
con i sogni piu' avanti della realtà .
Il mio corpo un grappolo
giorno senza scioperi senza compromessi ,
il mio cuore acido senza specchio
senza ragione .
Notte senza parole , senza frutti
il mio animo prima della vendemmia .
E' sempre sera quando si aspetta il giorno dopo
con lame nella gola si attende la luce .
Venti cani
duecento padroni ,
duemila ferite aperte .
martedì 19 agosto 2014
Un giorno piovoso è retorico .
Tempo permettendo
la mia gioia si sottrae al rischio .
Quando posso porto via la mia anima altrove
cosi' lontano che non la trovo
cosi' vicino da dover scappare via per infiniti archi e attimi .
Mio padre attraversa la strada spesso la strada in città .
Mentre io maledico i miei limiti
qualcuno analizza i miei indumenti il mio essere vuoto
nella polvere delle parole la mia immagine .
Mia madre pensa che il mio cuore è saturo
che la mia essenza sia il suo grattacielo
io non ho mai salito le scale da solo ,ho paura.
Io ho abitato assieme al mio frigorifero
aspettando che il mio cuore puzzasse ancora
congelando il mio esistere
nella traiettoria dei sassi che arginano il fiume.
lunedì 18 agosto 2014
Quanto è difficile
Non si dorme ancora prima del mattino
prima che la pioggia cada per lavare via
tutto lo sporco che ci circonda
uno "sporco" mentale fatto di ricordi
e pentimenti.
Quanto vorrei tornare indietro
riflettendo con una nuova luce
la percezione di andare oltre
si può fare se è chiaro ciò che si è
ciò che si spera di essere
oltre il lungo sonno e le catene
l'ibernazione
di un quotidiano che non esiste.
Questo è il messaggio che lancio a me stesso
nell'illusione dell'ascolto
una mano prende e una mano cede
non c'è più niente da comprare
solo scoprire, solo scoprire.
mercoledì 30 luglio 2014
Oggi, ieri, domani
Scivola via il tempo popolare
mentre nuoto solitario vicino alla riva
quello che mi occorre
passeggiando nel corso in compagnia di estranei
quello che inseguo
il seme della ragione tenuto nascosto
quello che non rincorro
voci di rancori e rivolte ben trovate al mattino
quello che mi serve
ben detto dal lupo spelacchiato oscurato dal bosco
quello che non mi serve
le qualità mai innate della scuola dei virtuosi
quello che mi aiuta
l'amara e ripetitiva realtà del quotidiano
quello che mi difende
il racconto di ciò che realmente non è successo
quello che mi attacca
la sfida verso il cinismo e l'insuccesso
quello che mi affossa
la perdita della ragione travaso del pentimento
quello che mi salva
il sorriso della tranquillità nel frattempo si perde tutto
quello che mi uccide
il silenzio dell'assenza e la forza che si allontana
e scivola via il tempo non più popolare
ed io non cerco affatto di fermarlo.
martedì 29 luglio 2014
lunedì 28 luglio 2014
martedì 15 luglio 2014
A misura di Zerbino
Caldera del ridicolo
quasi una vergogna vivere così
un essere
un odio
un salto
una ragione
verme di se stesso, un verme scuote
un tarlo, un fastidio continuo.
Siamo qui esseri quasi vermi
vermi mangia terra
vermi mangia merda
( mi scuserà Gian' )
ma sempre vermi mangia merda
più vicini o più lontani
oramai il ridicolo rasenta la vergogna dell'orrore.
Siamo qui e siamo presenti
gli esseri mangia merda
pronti all'ordine, tecnici del dovere
il dovere del mangia merda
una missione quotidiana
quasi una posizione di valore
il mangia merda qualificato
nel ridicolo in eccesso
tecnici del dolore
quello proprio.
lunedì 7 luglio 2014
Un metro
un metro di distanza per favore
solo per manifestare il vivido
se ho la forza
del mio pensiero
davanti ai vostri occhi di lacrime
alle vostre bocche contorte e livide
alle vostre parole di convenienza e
scienza.
L'indissolubile verità dell'assenza
è una casa piena di finestre eppure
buia
un mondo chiuso in un antro carico di
odori
di sigarette spente dentro i piatti a
fine cena
ma dappertutto tutto stantio un colpo
di mazza
montagne di carta come persecuzione
tende ricamate gettate in soffitta
tre candele aromatiche
trecento libri
un divano color panna e verde
confessioni da brivido scritte
registrate
un vero macello
un corpo dappertutto.
Non è il muscolo del cuore
non è neanche il corpo divelto
i chiodi fitti profondi sono nella
mente.
Praticamente un solo singolo filo
neanche trasparente
lo stesso che ci unisce tutti
finisce in un amo
per ognuno di noi
prede di palamito.
L'attesa era qualcosa che veniva
viene qualcosa di atteso.
Voglio vestirmi di bianco questa sera
voglio la lingua nera e gli occhi
rossi.
venerdì 27 giugno 2014
Alimento il regime
Giovane cuoco senza privilegi aleggia sopra parole amare.
Disciplina vuole considerarsi anima sotto divulgazioni cattoliche.
Amo la terra che mi fa sorridere e i suoi battiti che non riflettono.
Sei tu amico e unico nulla che trasporta il suo frigorifero
colmo di vini bianchi per le cattedrali di questa stupida isola.
Europa ,io attendo che le intenzioni divengano grano turco
sono io calice illibato dalla povertà
violaceo tutore dell'incantesimo, acido riverbero del rumore
incantato dall' incantatore delle banche
pronto ad assumere la propria ipocrisia come complice
pronto a mentire facile se posso sorridere privo di denti.
mercoledì 18 giugno 2014
venerdì 6 giugno 2014
“ E' solo un po' di nausea appena
un giramento di testa
un periodo che è così.”
Il barista Paolo si
china e tra sbuffi di vapore estrae l'ennesimo cestello dalla
lavastoviglie, senza dare retta a quelle parole.
“ E' giusto quello che fai.”
Dico convinto.
Un altro sbuffo di
vapore contorna per un attimo la testa di Paolo che fa capolino sopra
il banco di metallo e legno.
“E' giusto
trovarmi qui a settant'anni secondo te ad ascoltare le cazzate di un
ubriaco?”
Paolo appoggia
prima la mano destra sul piano del bancone , paletta callosa di zappa
o lenza, poi muove la sinistra con un gesto quasi rituale, ampio e
lento nello spazio , fino ad affiancarla all'altra.
Sono rapito dai
suoi occhi neri e severi.
“ Le vedi queste
non dita ?”
Dice alzando il
mento ed obbligandomi a seguire il suo sguardo fino ai cinque
moncherini lisci che sbucano dal palmo rugoso della sua mano.
“Anche questa è
assenza per un mancino
e adesso per favore
vai via”.
mercoledì 4 giugno 2014
Liberami
Cancelleremo i libri di storia
liberami
nasconderemo tutto
liberami da quello che non vedo
bruciando un po' di carta
liberami da quello che non c'è.
Senza distinzioni elimineremo tutti
cani e porci senza padrone
porci liberi e cani per scelta
faremo piazza pulita
una piazza pulita
con varechina profumata
e sapone di marsiglia.
Liberami dalla sofferenza
liberami e basta
non ce la faccio più
aiutami, allunga la tua mano
e stringi forte le vene del collo.
E' tutto mobile nella laguna del sistema
dentro le mappe delle caravelle
c'è chi decide cosa fare del mio corpo
dentro i regali avvolti con le foglie di palma
cosa fare della mia anima
la carta dei giornali avvolge le caramelle
e son sempre gli stessi a decidere
per un mondo di pasta di zucchero
un sistema adatto
per forza e per forza.
Libera, libra assente dal dolore
lasciami libera, lasciarmi solo
a soffrire del mio dolore accolto fra le mani
che mi prendono
le vedo, le sento.
Colgo il segno, mi attraversa
ma non ho coraggio
guardami e scrutami dentro
così come mi vedi
e tu mi vedi libera
come io sono
libero.
mercoledì 14 maggio 2014
martedì 13 maggio 2014
sabato 10 maggio 2014
in bagno a leggere :
La Scuola dei Dittatori
Come fine l'orizzonte quando si avvicina
le scale, un uomo sulle scale
inesorabile mancanza
ma non sei deciso, ti manca un po' di riposo
il tempo passa attraverso la carne
nelle ragioni mi muovo, come che ballassi
rendendola molle, nelle fibre, negli intenti
che difficoltà nelle salive e nel scendere
che bella vita
con la tua bocca spalancata, un uomo sulle scale
merda, un universo di merda
chi cade e quello che si incontra
mi avvolge nel'accondiscendenza
magari dovrei tentare con un gesto
mi piace tanto vivere nella merda
e comunque in comunione cadiamo
sempre nel ridicolo
non un mostro non un obbligo
merda al mattino, merda durante il giorno
mordersi la lingua per tutta la vita
e merda nella sera
con una nuova mossa personale
del tutto esordiente
la notte spero di non sognare merda
quello che attraverso senza bruciarmi
per fortuna
una esperienza forte da tirar via
i sogni non sono parte della memoria
con forza, non è un vetro infranto
come fine l'inizio dell'interminabile
ma neanche tagliarsi una mano
decadenza
non è una uscita
tempo addietro, un occhio vivo dentro al mare
eppure avevo provato come pelle
la solitudine, il sudicio e il suicidio
come ammazzare i porci che vedevano lontano
prima ancora che tutto accadesse
e vedevano me
se amassi, amassi me stesso
che bella vita
ne dolce, ne salata
la merda sorride
un corpo, una corda che cade
la merda sorride
non è amore, non è colore.
mercoledì 23 aprile 2014
A volte
Code, lunghissime code di nani da giardino
eppure mi guardo
e ne vivremo ancora, tra fantasie
chiaramente delle finzioni
e brutte e bruttissime se non atroci
tra i corpi soffici
esperienze personali, tra un abbraccio e l'altro
tra cui l'anale vivido e sabbioso
di una divisa usata
di un triste e tristissimo incontro di lavoro.
Eppure sognavo pesche sciroppate
sapendo di amare un altro
zucchero e miele tra le mie labbra inzuppate
buongiorno
di un uomo qualunque, un po' salmastro
di un dolce uomo qualunque dopo un caffè.
Fu così che imbracciai una zappa e un martello
per grazia naturale e brama d'amore
puntellando lamiere di contorno
nella soluzione di volersi bene
zolle di terra per appello
svegliandosi all'improvviso come orfani
a qualsiasi colpo davo un nome.
Un nome una ragione
e ripetersi ogni giorno che tutto è naturale
e per ciascun scintillio di lama una versione
una traduzione della merda che non se ne va.
Ricordandomi quando ero pallido e triste
riempendo di peli la borsa
sotto la festa del patrono, prete mafioso
proprietario
come fendere un bel coltello nel formaggio
e olio di canfora per ribellarsi
tra le mani e i capelli.
mercoledì 16 aprile 2014
Sul Tram o a piedi.
Io non sono
il re di un aprile rumoroso
ma un figlio di una primavera incerta e piovosa,
uno zoppo
con il mal di schiena
un cinghiale
scampato alla domenica di caccia.
Ancora un’
altro giovedi ,una domenica
una zampa
mozzata su per la collina.
Mi affanno
come tanti
a recuperare i giorni sbagliati
correggo le lacrime
stimolando lo spirito con il vino
nutrendo di
musica le mie anime .
Vigliacche ,pacifiste , postpunk .
Nebbia nella pioggia che si accumula
con gli anni ,nelle righe, nelle fogne;
gli
avidi di cuore e le allieve della prima media
le maestre e i cuori itineranti
luci della memoria offuscata.
Mi sorridono
le bocciature
le nuove fioriture mi osservano .
Avere pianto
seduto sul tram
a piedi su un filo di vita
per anni senza nessuno specchio
sul lavandino,osservarmi da lontano.
Avere
attraversato gli oceani
urinato da un aereo sulla Siberia meridionale
non da al mio
corpo un diritto alla certezza,
un valido scoglio a paure normali.
Domani mi voglio svegliare presto.
martedì 15 aprile 2014
A me un sostegno serve
per andare avanti leggero basta un filo che congiunga i crucci di cui
vado fiero e le fiere che divorano tutt'attorno .
E' così sottile la
sostanza che sfugge dalle giornate e nelle parole non trova riscontro
talvolta si concentra sopra un legno putrido gonfio d'acqua prendendo
forma di rabbia davvero troppo grande per essere vera e così
puzzolente da impregnarci.
I giochi sono finiti e la
persecuzione di un fine ultimo è l'ombra di noi stessi talmente
lunga da riempire un mondo vuoto ma questo è per iniziare tra i
milioni di ombre solo un perdurare di luce netta .
Cosa ci resterebbe se non
avessimo da imparare una tenerezza che mai ci è stata insegnata.
Forse potremmo continuare
ad uccidere gatti giocare a carte fino all'alba o riempire botti di
vino per svuotarle sbattendo la faccia ogni mattina su scogli troppo
lisci coperti di ricci e guardare il viso perplesso di mogli che
sanno quello che faremo perché per tenersi uniti a qualcosa
rinunciamo ma non per questo diventiamo più scemi.
La felicità è una bugia
ma anche la tristezza .
Incredibili creature
prendono forma dagli smottamenti dell'anima e dalle parole
scaturiscono esseri informi capaci di divorare quelle sicurezze che
ci hanno reso i nostri genitori come pegno di pigrizia e accidia.
Immemore a me sembra solo
la cecità dei miei occhi e se fossi davvero stato chiuso in un
baccello come un cece non avrei mai pisciato sulla ghiaia bianca .
Rimbocchiamoci le maniche
e le coperte il tempo del giorno è martoriato da troppe presenze o
troppe solitudini e noi siamo ridotti a nutrirci di notte.
giovedì 10 aprile 2014
domenica 6 aprile 2014
Skola Atentatora
Osservavo, aspettando il principe
implacabile come un insetto
la graniglia
variopinta del muro del mio terrazzo
la linea sottile del ronzio
la guardavo, punto per punto
si ronza e si ronza
il principe
approfittando della mia fissazione
il suono fine e velato del battere d'ali
è passato con carrozza e cavalli
ci rincorre fino alle casse del timpano
scalpitanti e caganti
un punto nel muro in cui per sbaglio
è colmo il mio palmo di chicchi
hanno incastonato una piccola scheggia nera
per sempre il principe
la mano si tende a offrire
approfittando della distrazione
quanto amore per due uccelli del male augurio
è passato veloce con tutta la scorta
il grano che li aspetta sulla mano
il mio dito distratto
indicando la pecora nera sul muro
non è scattato sul grilletto
incantato dal colore
non è scattato affatto
dritto, dritto, sul piccolo insignificante
pezzo, punto, scheggia, graniglia diversa
attirava l'attenzione
il colpo in canna, pronto, pronto
è rimasto lì
confinato nell'anima dell'arma gentile.
Dimitri
martedì 25 marzo 2014
Io e gli altri
ma principalmente Io
Secchio
tramonto di un contenitore di speranze
prova a sentirti braccato dal tuo essere
vizi e virtù spoglie di sembianze
nella stessa valenza di un manico di scopa
e nel mentre il vento grida
grida, urla e ti entra dentro
nell'assoluto di questo vuoto
prova a capire cosa vuol dire
sentirsi staccato
salma che cammina per automatismi
fantasma di un idea mentale
mai vissuta
rincorrendo gli altri come un cane
un osso
un osso di zucchero, un abbraccio
un saluto, un po' di compagnia
tutto quello che cercava.
E adesso sei qui, secchio vuoto
a servizio, pagato a ore
vai lì, vieni qui, fai questo, fai quello
e si risponde , si ,si
cercando anche di fare del proprio meglio
ma dentro si è solo morti
ed il cielo e la luce del mattino
sono solo contorno
contorno di un mondo che non appartiene
una scatola di sopravvivenza
in cui si diventa rifugiati e reclusi.
Una scatola di plastica talmente tonda
da sembrare un secchio
un piccolo pozzo a misura d'uomo
in cui affogare dolcemente.
domenica 16 marzo 2014
Scempio
Fieno non greco, coliche d'amore
muro contro muro
armi da taglio e fughe
scuse e poi scuse e piccole bugie
sale a salve
non so se devo e non so se ho
mi piacerebbe sapere
quale sia il mio dovere
se sia meglio un osso oggi
e un uomo domani
cane contro cane
se sia meglio un alba gialla
o un mattino radioso
merda del mattino
se sia meglio il ferro leggero
o il legno bagnato di pioggia
scimmia contro scimmia
se sia meglio
una patata dolce
o zenzero e zucchero.
Fieno o non fieno
greco o non greco
più verde del rancore
sempre di amore si parla
più di sofferenza che di amore
e poi scuse, armi , sparatorie
e falsità.
L'assenza di amore e amicizia
l'empatia evolutiva della specie
tra organi e organi
fuoco e terra
ci fosse una sorta di legame
una ragione
nell'animale compiuto.
Cosa rispondere a chi ci sta vicino
che brucia i mobili
e gli alberi del giardino
quando, in fondo al viale dei sogni
grideremo rivolta
una volta per tutte.
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