Io non sono
il re di un aprile rumoroso
ma un figlio di una primavera incerta e piovosa,
uno zoppo
con il mal di schiena
un cinghiale
scampato alla domenica di caccia.
Ancora un’
altro giovedi ,una domenica
una zampa
mozzata su per la collina.
Mi affanno
come tanti
a recuperare i giorni sbagliati
correggo le lacrime
stimolando lo spirito con il vino
nutrendo di
musica le mie anime .
Vigliacche ,pacifiste , postpunk .
Nebbia nella pioggia che si accumula
con gli anni ,nelle righe, nelle fogne;
gli
avidi di cuore e le allieve della prima media
le maestre e i cuori itineranti
luci della memoria offuscata.
Mi sorridono
le bocciature
le nuove fioriture mi osservano .
Avere pianto
seduto sul tram
a piedi su un filo di vita
per anni senza nessuno specchio
sul lavandino,osservarmi da lontano.
Avere
attraversato gli oceani
urinato da un aereo sulla Siberia meridionale
non da al mio
corpo un diritto alla certezza,
un valido scoglio a paure normali.
Domani mi voglio svegliare presto.
Nessun commento:
Posta un commento