mercoledì 16 aprile 2014

Sul Tram o a piedi.


Io non sono il re di un aprile rumoroso
ma un figlio di una primavera incerta e piovosa,
uno zoppo con il mal di schiena
un cinghiale scampato alla domenica di caccia.

Ancora un’ altro giovedi ,una domenica
una zampa mozzata su per la collina.

Mi affanno come tanti
 a recuperare i giorni  sbagliati
 correggo le lacrime
 stimolando lo spirito con il vino
nutrendo di musica le mie anime .

Vigliacche ,pacifiste , postpunk .

Nebbia nella pioggia che si accumula
con gli anni ,nelle righe, nelle fogne;
gli avidi di cuore e le allieve della prima media
le maestre e i cuori itineranti 
luci della memoria offuscata.

Mi sorridono le bocciature
 le nuove fioriture mi osservano .

Avere pianto seduto sul tram
a piedi su un filo di vita
per anni senza nessuno specchio
sul lavandino,osservarmi da lontano.

Avere attraversato gli oceani
 urinato da un aereo sulla Siberia meridionale
non da al mio corpo un diritto alla certezza,
 un valido scoglio a paure normali.


Domani  mi voglio svegliare presto.

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