martedì 15 aprile 2014




A me un sostegno serve per andare avanti leggero basta un filo che congiunga i crucci di cui vado fiero e le fiere che divorano tutt'attorno .

E' così sottile la sostanza che sfugge dalle giornate e nelle parole non trova riscontro talvolta si concentra sopra un legno putrido gonfio d'acqua prendendo forma di rabbia davvero troppo grande per essere vera e così puzzolente da impregnarci.

I giochi sono finiti e la persecuzione di un fine ultimo è l'ombra di noi stessi talmente lunga da riempire un mondo vuoto ma questo è per iniziare tra i milioni di ombre solo un perdurare di luce netta .

Cosa ci resterebbe se non avessimo da imparare una tenerezza che mai ci è stata insegnata.

Forse potremmo continuare ad uccidere gatti giocare a carte fino all'alba o riempire botti di vino per svuotarle sbattendo la faccia ogni mattina su scogli troppo lisci coperti di ricci e guardare il viso perplesso di mogli che sanno quello che faremo perché per tenersi uniti a qualcosa rinunciamo ma non per questo diventiamo più scemi.

La felicità è una bugia ma anche la tristezza .

Incredibili creature prendono forma dagli smottamenti dell'anima e dalle parole scaturiscono esseri informi capaci di divorare quelle sicurezze che ci hanno reso i nostri genitori come pegno di pigrizia e accidia.

Immemore a me sembra solo la cecità dei miei occhi e se fossi davvero stato chiuso in un baccello come un cece non avrei mai pisciato sulla ghiaia bianca .

Rimbocchiamoci le maniche e le coperte il tempo del giorno è martoriato da troppe presenze o troppe solitudini e noi siamo ridotti a nutrirci di notte.


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