“ E' solo un po' di nausea appena
un giramento di testa
un periodo che è così.”
Il barista Paolo si
china e tra sbuffi di vapore estrae l'ennesimo cestello dalla
lavastoviglie, senza dare retta a quelle parole.
“ E' giusto quello che fai.”
Dico convinto.
Un altro sbuffo di
vapore contorna per un attimo la testa di Paolo che fa capolino sopra
il banco di metallo e legno.
“E' giusto
trovarmi qui a settant'anni secondo te ad ascoltare le cazzate di un
ubriaco?”
Paolo appoggia
prima la mano destra sul piano del bancone , paletta callosa di zappa
o lenza, poi muove la sinistra con un gesto quasi rituale, ampio e
lento nello spazio , fino ad affiancarla all'altra.
Sono rapito dai
suoi occhi neri e severi.
“ Le vedi queste
non dita ?”
Dice alzando il
mento ed obbligandomi a seguire il suo sguardo fino ai cinque
moncherini lisci che sbucano dal palmo rugoso della sua mano.
“Anche questa è
assenza per un mancino
e adesso per favore
vai via”.
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