giovedì 17 febbraio 2011



Sapessi quanto mi sento in colpa amico mio. E quanto inutile sia il mio senso di colpa adesso che tutto è accaduto.

Controllare il carico. Questa è la regola che s'impara quando si monta su un muletto per la prima volta: controllare che il cazzo di carico sia stabile ed equilibrato.

Invece io non l'ho fatto, e tu, per questo, sei chiuso da quattordici giorni in questa stanza che puzza di disinfettanti e medicazioni, attaccato con ventose e fili a macchinari spaziali, fratturato, fasciato, legato al letto, incosciente di quello che ti è accaduto, e sospeso immobile nel tempo di una preghiera che non puoi interrompere, nella mecca trasparente della tua anima.

Tre parole ti tengono legato alla vita e alla morte come un elastico: coma post traumatico.

Haqq Hamad Al-haddad, la tua pelle sembra ancora più scura tra queste pareti d'ospedale smaltate di bianco accecante.

Schiacciato da un bancale di cartoni di lattine di birra. Che scherzo di merda ti ha giocato il destino, a te che non hai mai assaggiato alcol .

Che scherzo mi hanno giocato le lattine di birra quel giorno, a me che ne avevo bevuto troppe di birre, troppe.

La sera prima a casa tua abbiamo mangiato tagine di agnello con le prugne, abbiamo guardato per la quinta volta tutte le partite della coppa d' Africa del 2008, quella semifinale contro la Costa d'Avorio, la tua preferita: zaky! Zaky! abbiamo urlato assieme.

Quando siamo usciti avevi le lacrime agli occhi:

“Haqq non piangere, è solo una partita, avete vinto”

- Roberto,io torno in Egitto -

“Sì sì, ma prima devi assaggiare i totani ripieni che cucina mia madre..”

- Ho già fatto il biglietto, non scherzo, parto domani -

“Dai, lo sai che è tutto inutile”

-Mio fratello, mia sorella, i miei nipoti, anche mio cognato il più odioso, adesso combattono; io voglio combattere con loro, e per me questo non è inutile -.



Non ho detto niente, ho raccolto un sasso tondo e l'ho lanciato dentro il mare piatto di Dicembre.

Ho provato un po' d'invidia, davvero.
Qualcosa per cui combattere mi manca.

I dottori mi hanno fatto entrare qui e mi hanno dato il permesso di parlare con te:“ gli dia degli stimoli” mi hanno detto.

Io ho portato un piccolo televisore,
Rainews a tutto volume.
La gente che volevi raggiungere combatte.

Apri gli occhi
(nessuno si muove dalla piazza)
mi guardi per infiniti minuti
(portano via i morti)
parli con la voce impastata:

- Cosa dice il notiziario?-
(molotov dal cavalcavia)

“Mubarak è caduto”
( i militari hanno ricevuto gli ordini)

- ..e Berlusconi? -

“anche lui è caduto”

- e come ha fatto?-

“è scivolato dal letto e si è sbucciato il ginocchio”

Giri solo un occhio verso di me e sorridi.







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