martedì 22 febbraio 2011

18 febbraio

Ennesimo viaggio




Sono io un coglione

dei due che palpeggio

mi domando a volte ;

sono sempre io,

il tuo poeta preferito

quel quasi poeta

dell’esilio mai definito.



Sono sempre il tuo miglior amico .

I miei piedi puzzano tanto ,

mi odia anche la puttana

che pago ogni tanto .



Un bicchiere di vino rosso

forse meglio una damigiana ;

balla la ballata dell ‘esilio

o sta ferma a specchiarsi

aspettando la sommossa .



Balla lo scheletro

consapevole di rompersi le ossa.

Della stanchezza

sui miei reni preda della confusione

suona la perversa consapevolezza;

cantano solo i papaveri

perché sono alti ,almeno loro alti .



Evviva la ballata

perché non va a Sanremo

e dall’esilio liberi

o liberi da ogni esilio

più vecchi ,più brutti

più vicini a tutti

più lontani da tutto.



Se il talento diventerà cornice

i narratori saranno piombo

per vetro dipinto ,

naftalina per conservare un sogno ,

una piccola ubriacatura

nella realtà povera

che attende la sua medaglia all’illusione .



Ballo

davanti ad una provocazione

alla dolcezza,

davanti ad una birra grande ;

sono

sorpreso dalle fotografie

dipinte sulla tovaglia della trattoria

ci scriverò su due cazzate.



Nessun commento:

Posta un commento