Cronaca di un giorno qualunque
Se un giorno, un uomo un po' strano, cercando radice
e ragione in un osso
in quel giorno lontano, erano più le condanne che il freddo.
Perché ha perduto la strada, con le conchiglie più grosse
una piccola luce faceva da miele
le trame non più vergini lo circondavano
la strada di sassi.
C'è qualcuno più in arte
il collo storto sul tavolo
cerca sempre lo stesso cespuglio
e spine per farne contorno.
Se un giorno invece solo sparasse vendetta
agitandosi intorno gridando a casaccio.
Il passato è passato
nel fondo duro e calloso di questi piedi stanchi
talmente piatti da appiccicarsi a terra come ventose
e niente è più consumato del pavimento
avanti e indietro
avanti e indietro ballerino da salotto.
Ho perso tutto in quel giorno d'aprile
usando l'aglio per prolungare il dolore
ho smarrito il senso delle cose
non basta ritirarsi da parte
dimenticandole in un cassetto aperto prima di uscire
di svanire per sempre, non basta.
Te lo sei mai chiesto come terra incolta
ne hai parlato aspettando che faccia giorno.
Non si può curare ciò che è stato
tra un rito e l'altro
come non si può tornare indietro
mani che temono allergie, per impedirne le ferite
i colpi di testa, rimediare.
E anche se fosse, nella foga dell'azione
pensando di essere migliori
si commetterebbero gli stessi errori
le stesse scelte.
Come è semplice spogliarsi
talmente semplice da diventare inutile
non potendo cambiare la pelle.
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