
venerdì 29 giugno 2012
Chiede
Sfrecciare come rondone
tra le pulci
per ogni tacco di vita
un cucchiaino di minestra.
Per ogni grano uno sfogo
tagliarsi tuffandosi nei rovi
per rialzarsi
poi rialzarsi
tra la pelle non più varechina.
Sale lavato
per un poco di timidezza
e rosso marcio da passare
sotto agli occhi
per chiudersi scudo nel dolore.
È un sacrificio premiarsi di vivere
quando tutto è offerto
nitido e lucido
è un sacrificio svegliarsi.
La collina davanti trasmette
sventrata per concedere schiaffi
cerchio di alveari e calce
ancora un altro giorno
ancora sabbia.
martedì 26 giugno 2012
Passati nell'inverno
Le vedi lontane
le mie nuvole
si osservano a lungo
e a lungo chiacchierano
come buone vicine .
Si incupiscono ,
anneriscono ,
battibeccano
e poi litigano
come vere cugine .
Nelle rughe
le strade del mio viso,
tra i palazzi
una lunga barba ,
una strada rimossa .
Catastrofe di lamiere
tra polvere di ferro ,
rozza anima curva
dal talento sprecato .
Invalidata dalla rabbia
presa a pugni dal vino rosso
colma di ricordi
figlia di un vento freddo.
Lo scalpello non si sente piu`
solo un lamento
scempio di macchine
che odiano gli uomini
di donne
che non si specchiano piu`
Severamente ci amiamo
prima di annullarci
di avvolgerci il volto tra le mani .
Nel mio inferno
si vive abbastanza comodi
tra le foglie impietrite
annerrito dorme il mio inverno .
Si compiace ,
si spoglia della sua durezza
la mia vita breve .
Inverno si svuotano le botti
esplodono le notti
le vesciche dei bevitori
si liberano sui vicoli
e i santi si bruciano .
Felici anche se deboli
non piangiamo piu`
sepolti dai brividi
dalle urla della madre
che partorisce l`estate.
giovedì 21 giugno 2012
Non è del tutto normale .
Se con gli occhi ,
senza coglioni intorno
colloqui fortuati , fortuiti .
Sensi immersi nella roccia
inviti a festa con regalo ormonale
catechismo in piazza .
Polvere o manufatto
vagina ,cuore
numero dispari
lacrima su ombrelli di provincia .
Lavoro
tette in alluminio
sudore sul tetto
sud ,nord ,merda .
Sempre amabili
ottima dialettica ,
senza occhi senza vergogna
amare noe è del tutto normale.
La puzza si sente
l'arroganza la vedi
nella distanza tra i monti e il mare.
Le seducenti
parole che provengono dal vuoto
uniscono il mondo .
senza coglioni intorno
colloqui fortuati , fortuiti .
Sensi immersi nella roccia
inviti a festa con regalo ormonale
catechismo in piazza .
Polvere o manufatto
vagina ,cuore
numero dispari
lacrima su ombrelli di provincia .
Lavoro
tette in alluminio
sudore sul tetto
sud ,nord ,merda .
Sempre amabili
ottima dialettica ,
senza occhi senza vergogna
amare noe è del tutto normale.
La puzza si sente
l'arroganza la vedi
nella distanza tra i monti e il mare.
Le seducenti
parole che provengono dal vuoto
uniscono il mondo .
Piccola finestra ottica
Sono quei fiori che cerco di pescare
che tieni in terrazzo tra le reti
tra gli ossi ormai stanchi di conservarsi
ed i marmi da spiaggia.
Sono quei fiori che segnano il tempo
ti svegliano e ti addormentano mentre abbocchi
in silenzio ti fanno compagnia.
Quei fiori così fragili come luce di luna
eterni nell'occhio che li vede
si rizzano i peli sui petali
nell'attimo dei pochi giorni che durano.
E si muovono tutte le pietre raccolte
tra le sacche e le risacche
pietre da sale e sassi di memoria.
Fiori che non esitano nell'appassire
è tutto un sogno anche la luce del sole
e come è vuota la luce
un sogno acerbo di meraviglia.
Quei fiori non esistono
e all'occasione il loro colore
è un mare di piante grasse
grasse ridicole e semplici.
Mentre la terra
la terra è una secca che punta a nord.
lunedì 18 giugno 2012
Co me bo lle di sa pone
Ho unto le gambe con la canfora
per rendere i peli più lucidi
ma tutto è più difficile
non riesco più a correre.
Con forza nel mare
ne avremo ragione
purtroppo solo quella.
Nella ricerca del sangue
nell'insieme che si sgretola
sputandosi allo specchio
per portarsi fortuna.
Alla luce gialla dell'infanzia
che ti prende di sorpresa
ed ogni giorno
bisognerà dare risposte.
Accumulare ciò che non è banale
travestiti in questo palco
all'ombra di vecchie cordialità
e non tutto è sud.
Perché il sentimento è forte
per sorte è solo quello
e non si butta via niente.
sabato 16 giugno 2012
Il Rosso
Sono qua
un suono
una parola
un argomento .
Amici
persi per frasi ,
sopra quartieri con troppe anime.
Un amore inciso
sul tavolo
sul legno
sul passo del fermarsi
il mio non fermarti .
Amici
ritrovati per frasi ,
sopra quartieri con troppe anime.
Alla mia nuvola
alle pitture di sagome
di alberi in attesa di tramonti
un suono
una parola
un argomento .
Amici
persi per frasi ,
sopra quartieri con troppe anime.
Un amore inciso
sul tavolo
sul legno
sul passo del fermarsi
il mio non fermarti .
Amici
ritrovati per frasi ,
sopra quartieri con troppe anime.
Alla mia nuvola
alle pitture di sagome
di alberi in attesa di tramonti
venerdì 15 giugno 2012
Lucido
A chi non perdona
arancie di Catania .
Perdono a chi ha perso la luce
evitato il dolore ,il duce
sognato una vita nuova .
A chi a smesso di odiare
di mangiare con malinconia
di odiare la follia della ragione.
Pantaloni senza orli
vuoto di stomaco che chiede tabacco
urlo di cuore
attaccato su una medaglia. .
Nell' abbondanza
ho mangiato la mia lingua.
fatto partire il mio dolore
bevuto il mio colore ,
sorriso al mio essere vivo
accanto a me che pensavo .
arancie di Catania .
Perdono a chi ha perso la luce
evitato il dolore ,il duce
sognato una vita nuova .
A chi a smesso di odiare
di mangiare con malinconia
di odiare la follia della ragione.
Pantaloni senza orli
vuoto di stomaco che chiede tabacco
urlo di cuore
attaccato su una medaglia. .
Nell' abbondanza
ho mangiato la mia lingua.
fatto partire il mio dolore
bevuto il mio colore ,
sorriso al mio essere vivo
accanto a me che pensavo .
Ti Aspetto ,nel mentre arriva una puttana .
Come un uomo
come un uomo senza un occhio
un astigmatico che vuole urinare a Roma .
Sandali da frate di provincia
con un Dio come sostanza
che dell'Anarchia è complice,
Un Musulmano
in un vespasiano pubblico
si libera di ogni guerra .
Come un Italia vuota
potrà resistere alle proprie lacrime
se non sa dove è il timone .
Ma la ragione è comica
oppure è abbastanza ubriaca
anche se noi
non abbiamo ancora
incominciato a bere .
come un uomo senza un occhio
un astigmatico che vuole urinare a Roma .
Sandali da frate di provincia
con un Dio come sostanza
che dell'Anarchia è complice,
Un Musulmano
in un vespasiano pubblico
si libera di ogni guerra .
Come un Italia vuota
potrà resistere alle proprie lacrime
se non sa dove è il timone .
Ma la ragione è comica
oppure è abbastanza ubriaca
anche se noi
non abbiamo ancora
incominciato a bere .
OI!
Aveva ragione Marx
che il profitto
uccide il lavoro e l'essere umano
se il primo punk è
nato dal reggae
il rock n' roll
bianco dai figli dei reduci
se i nostri nonni
sono morti mangiando pane vino e salsicce
con la zappa sulle
spalle e le dita spezzate dalla pietra
e i nostri padri
hanno creduto alle ciminiere al progresso ai soldi
alle macchine
veloci ai rapaci e chi non è rapace è incapace
perché così è .
Io non sono figlio
allora
realizzato
nell'irrealizzabile
un nulla
né pecora
né agnello
né vitello
né figliol
prodigo.
E se non c'è modo
di descrivere questo
il profumo e
l'intuito
ci condurranno.
Nessun futuro
storia vecchia
versando una
goccia di sangue ognuno
dentro questo mare
che diventa bruno
e Bruno che indica
la luna
quando appare tra
le nuvole
estasiato e
gentile.
mercoledì 13 giugno 2012
Saltimbanco
Non più forte
di un braccio che fa leva
straccio che si spreca
abramo stanco si spezza.
Oltre il solito fosso
non più germogli
che regalano brividi
chiamano dal buio
anime secche in nuove confezioni
sognano ma sono morti.
E tutto puzza condito di vergogna
seduti in silenzio
assorti in raduno
il barile vuoto rotola senza freno
chi lo guarda cadere
chi chiude gli occhi spaventato.
Nascondendo l'evidenza.
E pochi ubriachi ridono
eccitati si sbracciano
cosa hanno vinto
deboli falciati e travolti nella corsa.
A quando la casa che brucia
e presi da stupore guardarla bruciare.
martedì 5 giugno 2012
Cronaca di un giorno qualunque
Se un giorno, un uomo un po' strano, cercando radice
e ragione in un osso
in quel giorno lontano, erano più le condanne che il freddo.
Perché ha perduto la strada, con le conchiglie più grosse
una piccola luce faceva da miele
le trame non più vergini lo circondavano
la strada di sassi.
C'è qualcuno più in arte
il collo storto sul tavolo
cerca sempre lo stesso cespuglio
e spine per farne contorno.
Se un giorno invece solo sparasse vendetta
agitandosi intorno gridando a casaccio.
Il passato è passato
nel fondo duro e calloso di questi piedi stanchi
talmente piatti da appiccicarsi a terra come ventose
e niente è più consumato del pavimento
avanti e indietro
avanti e indietro ballerino da salotto.
Ho perso tutto in quel giorno d'aprile
usando l'aglio per prolungare il dolore
ho smarrito il senso delle cose
non basta ritirarsi da parte
dimenticandole in un cassetto aperto prima di uscire
di svanire per sempre, non basta.
Te lo sei mai chiesto come terra incolta
ne hai parlato aspettando che faccia giorno.
Non si può curare ciò che è stato
tra un rito e l'altro
come non si può tornare indietro
mani che temono allergie, per impedirne le ferite
i colpi di testa, rimediare.
E anche se fosse, nella foga dell'azione
pensando di essere migliori
si commetterebbero gli stessi errori
le stesse scelte.
Come è semplice spogliarsi
talmente semplice da diventare inutile
non potendo cambiare la pelle.
venerdì 1 giugno 2012
Perché
Se questo tempo fermo
ci donasse un sogno
con cui ricostruire case più sicure.
Se l'odio che ci ha visto crescere
trasformandoci negli anni
potesse solo svanire
così per gioco, un mattino.
Un mattino per svegliarsi
improvvisamente più leggeri
liberi da ogni condizionamento
e presunzione.
Un mattino per un occhio che brilla
un sole che ride
un cielo fresco da abbracciare
con amore.
Se questo tempo fermo
ci donasse un sogno.
Tutto diventa mancanza
in assenza di fiducia
e ciò che non c'è
cade addosso.
Chi onesto muore schiacciato
dalla propria coscienza
chi vende se stesso
soffrendo
per non morire.
La vicinanza, la lontananza
il vuoto
per non arrendersi.
Umano e più umano
il desiderio di resistere
trovando valore
in ogni semplice gesto
nel silenzio della quotidianità.
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