
domenica 19 febbraio 2012
Ceste
Malati d'incenso
si ricoprono di sesso e voglie
statue di gesso minerale
appena naviganti introversi
nel modo di pistilli muscolosi
senza pagarne prezzo
a casa dei genitori generativi
quattro balzi e una trave
fuga nel blu delle notti anime
e ancora più in alto crudeli
si sfamano di occhi bulbi
ciò che non si scorge non si odora
bolliti nelle foglie del tè
nel fondo della ceramica
leggendone il passato
nuotando tra i frangenti confessati
confidenti tra i ricordi
per poterli richiamare accatastandoli
in ordine
vomitando in un canto vermi stracotti
di un pranzo proteico
gli amori per le spezie
gli anni
quelli pensati migliori
e lì che siamo nati
un minuto nel mattino.
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