
mercoledì 29 febbraio 2012
il premio
Al traguardo si arriva con la lingua
leccando con pazienza
l'ultimo metro prima del filo di lana.
Si assapora così ogni palmo calpestato
ogni sasso levigato
terra battuta.
Con la lingua fuori
come maschera tribale
gli occhi sbarrati gioiscono d'isteria
procedendo carponi
nelle sembianze di un cane.
Si suda con la lingua
vapore a bocca aperta.
Il migliore amico dell'uomo
è il suo padrone
lui ti aspetta in piedi al traguardo
battendo le mani.
sabato 25 febbraio 2012
Proli
Nessuno sa dove conduce il vino delle gioie
nessuno lo sa
solo l'alma più stabile respinge la codardia
del compromesso.
Fermi all'erta del buonsenso che annusa
e ti avverte
l'istinto regola i rapporti
quando non si può toccare con mano
il sudore altrui.
Nell'empatia che la falce miete
senza far differenza tra gli steli e le gambe
taglia di netto ciò che è più pronto
o ciò che francamente marcio
a prima vista placcato brillante.
Nessuno sa dove porta la paglia
quando brucia le striature del silenzio
o se è la notte che l'imprime
nessuno lo sa.
Solo il cuore più vuoto attinge
alla fonte lasciva dell'olio di parte
quando sull'attenti l'occhio vigile
offre l'allarme
prima che si accorga delle pustole sulla pelle.
E' allora che ci si amputa gli arti
per cercare di salvare il resto
l'avanzo che manca
o solo il suo ricordo.
venerdì 24 febbraio 2012
giovedì 23 febbraio 2012
mercoledì 22 febbraio 2012
Punse
L'ultima goccia cade
cade l'ultima lacrima
tra gli applausi della folla
la ferocia esasperata
blocco riunito nel sagrato
parlamenti spontanei.
Cosa togliere ancora
mollica al pane
carne all'osso
tetti alle case
coperte a chi ha freddo.
Un idea di vita
semplice sogno di una vita.
Il futuro è un dirigibile
colmo di speranza infiammabile
uccelli rapaci che ci girano intorno
pian piano battono sempre più vicini
sempre più vicini
con i loro becchi ardenti
quel esile sottile velo
che resiste all'esplosione.
Cade l'ultima goccia
brucia la cotenna
pelle fogliame secco
buchi di occhi fiori stremati
abbocca la radice senza terra
esposta al gelo.
Ma dove sono tutti ?
domenica 19 febbraio 2012
Ceste
Malati d'incenso
si ricoprono di sesso e voglie
statue di gesso minerale
appena naviganti introversi
nel modo di pistilli muscolosi
senza pagarne prezzo
a casa dei genitori generativi
quattro balzi e una trave
fuga nel blu delle notti anime
e ancora più in alto crudeli
si sfamano di occhi bulbi
ciò che non si scorge non si odora
bolliti nelle foglie del tè
nel fondo della ceramica
leggendone il passato
nuotando tra i frangenti confessati
confidenti tra i ricordi
per poterli richiamare accatastandoli
in ordine
vomitando in un canto vermi stracotti
di un pranzo proteico
gli amori per le spezie
gli anni
quelli pensati migliori
e lì che siamo nati
un minuto nel mattino.
venerdì 17 febbraio 2012
mercoledì 15 febbraio 2012
Con affetto piazza pulita
Serrande abbassate maglioni grossi
negozi vuoti case raccolte di parenti
occhi e occhiali ne fa il mestiere
la zappa a motore nervi saldi
mano sicura pugno chiuso lotta stroncata.
Togliendo luce alle case alle famiglie
gli alberi dei viali usati come legna da ardere
mattoni spezzati lanciati come sassi.
Non c'è più chi grida andate a lavorare
sono i più che gridano vogliamo un lavoro
sembra un incubo un brutto sogno
ed è solo l'inizio.
Bambini malnutriti capitali europee
rioni al buio al freddo lunghe code
per il cibo è tanta la pressione la paura
la depressione lo sconforto qualcuno non protesta
neanche parla non ne ha più la forza
non ne ha più la voglia sembra un incubo
un brutto sogno.
Minestra calda caschi e bandiere e orgoglio
fumiamoci il futuro tabacco nero
fumiamolo fino al filtro della rassegnazione.
lunedì 13 febbraio 2012
( Zuti ) Legami
L'amo smaltato
che mi teneva legata alla terra
e mai avrei tradito
me stessa e la parola data.
Non sono più frammenti di unghie
o anche solo uno sguardo
che arrotolo
che sembrano segni
con cui incontrandosi gli occhi
lettere sbiancate colme di felicità
si potevano intendere
sulle venature del legno.
Per chi disarmata di fronte all'evidenza
uno meglio di nessuno
stupita e vittima
a ciò che accadeva reagivo
senza violenza.
Per chi ?
Perché l'amicizia sono solo carezze
nel suo fondo quando quel che si spera
mi teneva stretta l'anima
si allontanava dal corpo
è immobile
o schiaffi che ci diamo
odiandoci a tal punto da farci male.
E ancora ricordo
solo briciole di vita
tradita come fosse al mio fianco
aspettando climi più miti
la sua presenza parlando al muro
sulla mia ombra.
Solo "stronzate" stridente l'orgoglio.
Che senso ha ?
Gomma,
cosa ci rimane
Valvole e chiodi e valvole
e ancora di più
tenerezza, lealtà e pena
e tanta vasellina e limone
zucchero, cucchiaini e lacci.
Che tempo fa da te ?
Piove ? C'è il sole ?
Tira il vento ?
Si, qua piove, c'è il sole
e tira vento...
Affetto, franchezza e penitenza
e valvole chiodi e valvole
e domani mattina
all'improvviso diventeremo
tutti più affidabili.
Non è l'avvenire
non è l'attuale
non è l'accaduto
solo luci che si accendono
e si spengono
si accendono
e si spengono.
Poi qualcuno ha reciso il filo...
(...Amore onore
passione
senza vasellina
e senza limone
neanche zucchero
dato che fa male
ai denti
sprovvisti di cucchiaini
privati di lacci
e tanto meno carta
argentata...)
giovedì 9 febbraio 2012
Gone
Uomini
non più uomini
bensì barattoli
sotto il chiarore
fioco di una lanterna
stando in attesa inermi
dopo essersi prostrati
usati
di essere sbattuti via
poiché non più utili
neppure da vuoti.
Uomini
non più uomini
anzi barattoli
contenitori
di merce scaduta
latta e sostanza
e polpa
riproponendosi in fila
per essere richiamati
per essere recuperati
o riciclati
come vuoto a perdere.
mercoledì 8 febbraio 2012
Battiamo le mani .
I bambini accarezzano la luce
come corsari si tingono di rosso le labbra.
Ricchi patrioti che mescolano le carte
invisibili e sporchi
ora si specchiano spesso .
Amanti della storia ,del rock
pianisti jazz e narcisisti pop
dietrologi fragili che non vivono a Manaus .
Utopisti che gridano la vergogna
sopravvissuti che non si nascondano,
cuori che palpitano ,che rimembrano
nudi nella ballata dell’esilio .
Io sono un nome un codice fiscale
un numero nella fila della posta ,
una lacrima ,una cartella nel computer
una bomba che può esplodere
un fisarmonicista sotto un albero
un contadino giapponese che ha visto la guerra .
Le guerre non hanno braghe corte ,
solo un prezzo da intendere .
Barbarie
Vendemmo lattughe
lattughe e carogne
e fionde e calcestruzzo
nel delirio di un amore.
Eppure qualcuno mi avvisò
di stare attento
probabilmente mio padre
per sorte mio fratello
che più in là avrei sofferto
da vecchio avrei pianto.
Ma da papavero attraversai
la terra
solo con la forza dei piedi
di un sorriso intriso di parole
di riso e miele
mi riempii la bocca
e lo stomaco spezzato
dal fiele di rivalsa.
Senza remi e senza scarpe
parlai agli alberi
abbracciandoli
e gli animali tutti intorno
si riunirono in festa.
Ma da solo nel sonno
sogno contento
erba di prati
e soffi di vento.
Non c'è miseria
e non c'è giornata
in cui il ricordo
mi rammarica.
lunedì 6 febbraio 2012
Gatti randagi
Non devi pensare ,ma graffiare
graffia il fondo di una scarpa
graffia il vuoto con estrema certezza .
Compagno hai occhi
che sorridono alla terra
di pergamena il ritmo nel sonno
ironia di un sogno che non si avvera
nella tua mano il desiderio dei padri .
Un ’inchiostro nero
anima di occhi che tengono il ritmo
un progetto di vita da progettare
frontiere da abbattere
persone da rispettare a prescindere
graffia il vuoto con estrema certezza .
Io
con cuore invidioso
torno nella mia isola ,
nella rivoluzione della polvere .
Armistizio dell’essere vivo .
IL ROSSO
Mese in rosso .
Febbraio, parola non mi manchi .
Troppi discorsi , troppi giudizi affrettati
il lavoro è un dolore che non mobilità
solidifica le mura
la memoria dei pochi.
La paura non ha frontiere
tensioni morali ,ricordi non ragioni
soffrire per fede o credere di vivere felici ,
per non affondare la faccia sul fango.
Soffiare nel vuoto dei sentimenti
senza muovere nessuna nuvola nel cielo .
Il Rosso .
Si lava dopo la lotta
mugugna con il naso rotto,
lavora di collo e cervello
a mani nude
piene di rabbia si addormenta .
Bianco ostile
Il cuore dipinge la schiena,
gli argini sono attimi di colore .
Adorare le strade del difficile ,
per non compromettersi
sconvolgersi in un dibattito .
Come puttana di alto borgo.
avere pazienza nell’essere uomo
nel suo essere terra abbandonata .
Bambini che amano poco i segni
donne con troppi sogni
che cercano un nido con il passare della bellezza.
Bianco che non è tradizione ,ma necessita .
Personale
Tessitore di memoria
bulimico astratto o internauta
contadino , internazionalista e amico
ospite e profugo delle pietre millenarie ,
nascondi la tua persecuzione
nel tuo vivere da bottiglia
che ama gli scogli .
Non esiste un colpevole
ne una ragione ,
privo di documenti osi combattere
barba incolta dallo stare assieme ,
come Garibaldi viaggi verso l’ isola
sognando Anita che ti aspetta .
Ti svegli bambino ,
paura di dormire nel disordine
senza colore nello spazio
verniciato ombra nella polvere.
Un adolescente odio dal rancore nascosto
vive nella modernità dei nuovi razzismi .
Inverno eterno .
Chi non evapora è cuore .
Distinto sguardo sul mondo
speciale silenzio nel distorto
nella piazza vuota che si affolla di pensieri .
Pensare non da privilegi.
Sigaretta metafisica grigia
cenere sacra , bocca privilegiata
chiave di sangue e di rancio .
sabato 4 febbraio 2012
Covo d'ombra
il possesso
ho detto adesso
l'ho detto
ma niente si muove
l'eccesso
cassetti e specchiera
colmi di bava e sudore
nel momento in cui
cantori afoni gridano
il tuo nome
l'azione
senza scopo
non si muove
il braccio a vuoto
mentre le labbra lucide
perfette
spalancano tra i denti
il tuo nome
mano militare
l'obbiettivo
un arto teso
fermo in posa
per un istante
avvolto soffice
nel vapore caldo
di un cesso pubblico
diviso da tutti
nelle gocce di muffa
si è soli
la mano accarezza
la parte più giallastra
usata del muro
che privo di consigli
non risponde
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