
martedì 31 gennaio 2012
Memore
Un immagine che si ripete anche chiudendo gli occhi
l'immagine rimane lì ferma solo meno chiara.
Non si risparmiano più corpi che ardono
lentamente diventano fumo e carbone.
E sono sempre le stesse finestre la stessa finestra
luce tenue che sfuma di giallo.
E non sarà questo cappello imbottito di lana e fortuna
a proteggermi dal freddo e dalla paura.
Fischiano e sibilano vicino e a ripetizione dietro le pareti di fango
dentro i muri scavati dalla forza dell'orrore.
Lontano dal mare il bianco accecante della neve il bianco del sale
che conserva tutto con l'amico freddo irrigidisce le menti più fini
si sgretolano le convinzioni fino a divenire sabbia.
E chi è più forte di me
ma non vale niente
e chi è più alto di me
ma non vale niente
e chi ha la barba più lunga
ma non vale niente
e chi è più vivo di me
ma non vale niente
Una nenia cantata con voci sommesse attorno al fuoco per dare coraggio
alle mani che si scaldano lasciando il freddo alla schiena
che non vale niente.
Spiagge di corpi bruciati lontani dal mare nel cuore interno del continente
tagliato a pezzi dalle fiamme e dal ghiaccio.
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