
venerdì 31 dicembre 2010
Sguardi di cielo non fresco
Stuoie rafferme
dimenticate sulle sabbie
Perdendo tempo dietro la mula che scalcia
cercando di forzarla, per chiudere il fosso
per saltarlo
sulle ali di un falso
retto senso.
Sento orecchie appoggiate in muri scrostati
ai fianchi di persiane socchiuse
come sentire bisbigli o renderli veri per la massa
come vedere ed immaginare blu per grigio
grigio per muffa
muffa per piccoli bambini ferrosi con le ali.
Seguendo la piccola mula che scalcia
la bestia umana che la batte cercando di forzarla
si contano le mosche
le mosche che cantano
raccontano perchè l'animale non ascolta l'animale
sulle ali bruciate di un falso.
giovedì 9 dicembre 2010
Lasciati scivolare dietro il momento, senza sbraitare banale mente
senza perdere l'opportunità, nel dividere, nell'unire, nell'essere appartati.
Il singolo
dopo il fragore il riverbero, dopo il chiaro l'oscurità
nascono al mattino, alle sei, un ora comune
sprovvisti di convinzioni, strisciando su percorsi levigati
nelle incertezze generali.
Le divinità perse nelle ore di politica
non ci si ricorda cosa si ha dentro
all'interno, senza arie ed esclamazioni armoniose.
Giurando e girando verso il muscolo cardiaco
nel momento in cui finiremo come pecore parlanti
recuperando azioni più incisive
liquidandosi per il gemello, come uccelli in gabbia
nelle contemporaneità.
Ha fatto e noi guardiamo
beato chi trova posto nei comodi giorni di festa
scansando l'educazione
senza aggredire a parole desideri apocrifi
oltre gli anni fatti valere sottraendosi alla protezione
respinti.
Privi di un dio qualunque, banale, mancante di piedi da lavare
imbarazzati da filosofie personali, spinti
trasgressioni da asciugare.
Le prospettive riciclate nei bordi della creazione
appoggiate su rami di olivastro
distruggendo il cattolicesimo tradizionale
che si macchia, fonte di terrore.
Si riduce tutto, negli oli e nelle resine
incrostandosi tra lo strutto e ciò che ci fa ridere.
Gli ultimi nemici, quelli peggiori, nel fallimento
quelli più vicini, non credendo alla folla
per chi odia di più, per chi ti sta accanto
giocando con la forza che si piega.
Per chi è nato male nel secolo scorso
perdendo carattere ed arricchendosi di solitudine
salendo faticosamente, spoglio di conferme.
domenica 28 novembre 2010
In Atto
Sfidando il chiarore, senza riparo, le sere confuse
con le nuvole cariche
nei popoli arrampicati all'aperto, nei fatti che si ripetono
negli attacchi spontanei, nei mutamenti non sostenuti
esuberi di progresso.
Il cammino contorto dei cambiamenti in atto
chi è presente, chi ne vive
come riflesso delle azioni personali
nei fattori esterni che condizionano
non vegeta nell'insicurezza.
Vivranno e moriranno cercando
tra i risvolti delle acquisizioni di sapere
in quale valore, tranne l'evoluzione personale
trovando posto sbracciando
chi è consapevole di essere complice.
Territori psichici in cui rifugiarsi
nascondendosi e rifiutando
ripudiando se stessi in quanto parte di una comunità.
Nel rilievo delle situazioni, vere o false atrocità
impunità, taciti consensi
in assenza di strategie, nella confusione
intatto si rigira in autosufficienti assoluzioni.
Ognuno percepisce per mezzo dei propri occhi
non ci sono scuse se il muro è bianco
risoluti nell'impressione
per quello che piu' conviene.
mercoledì 24 novembre 2010
In attesa....
Potrai sorridere una volta seduto
nell'intimo dello spazio che ci racchiude tutti
guardando in faccia chi ci sta davanti
dietro le rughe e le lenti spesse
pensando che non sia una coincidenza
eccetto la meraviglia che ritorna.
La voce sovrastante di chi non sente
riempie le orecchie al passeggero più lontano
beve le pagine come acqua di fonte
una voce squillante, antica, aspra
piatta.
Distoglie
disturba il suo tono nell'assenza di rumori
nel silenzio che cade
quando muta volge lo sguardo alla lettura
si esprime con fermezza e sincerità
di chi in fondo si sente giusto.
Si leva qualche brusio ma lei
come estranea, insiste
non sente e si impunta ripetitiva
recitando a memoria ciò che ha appena letto
continuando nel suo dialogo capisce
tutto quello che dice dà fastidio
per questo continua.
A gli oppressi non piace essere chiamati prigionieri
ai servi non piace essere chiamati servi
neppure da una vecchia insegnante in pensione
che grida mentre parla.
domenica 21 novembre 2010
...sogno in un attimo, quando la pioggia cede
dopo aver accostato la porta
scendo tra le scale che si consumano
scavo la terra ghiacciata, scintille a ogni sforzo
sotto i colpi della rabbia
semi conservati sotto la neve
piccole stanze, lumi di compagnia
parole come scatole
lievita dentro, sotto il tavolo
cenere nascosta per nuove stagioni
cielo scuro in nubi continue
profumi di freddo e mura bagnate
minacce mescolate con la polvere
la ruggine attacca chi deve tagliare
ho scelto una notte per erigermi a eroe
la notte per affondare le mie idee
cadono come pietre su sentieri primitivi
rovinando al suolo rumori sordi
scivolando nelle parti più viscide
non si incontrano appigli o mani protese
nel ridicolo, il fiocco stretto al collo
il pane crudo nei mesi invernali
ci recinta il muschio, come sfumato
in attesa del nuovo sole
nell'attimo dopo, abbandonata la strada
l'inferno fuori, il male è dentro
nelle facce che si meritano...
sabato 20 novembre 2010
domenica 14 novembre 2010
Tudau
(ground version)
Le foglie cadono simili a lacrime
come il profumo dei rami tagliati di fresco
la vita delle pietre rende reali e vere
le profonde vene che gonfiano i nostri occhi
come se fossero zitte le radici degli alberi
come se non potessero dominare l'alba:
le mani si muovono
arpioni di nero
le parole hanno di disumano niente
quello che hanno mischiato le bocche
alla terra più profonda
dove vivono i vermi nudi.
Nascosti come neve nel deserto
pretendiamo di frantumare vetro
senza sporcare il pavimento
rendiamo ai pagliacci
che sono uguali a noi
ridendo
la nostra maschera di sangue.
mercoledì 10 novembre 2010
Me
(prime parti)
...afflitto morboso gentile guardingo fidato cuoco bastardo insicuro tradito traditore prete blaterante cencio coscia ruvido meschino eroe feretro incline muro duro egoista marcio pieno vuoto ruota grigio nero fucsia figa muro stretto chiuso in casa eletto parola difetto ante solitario perfetto letto sfregio innocenza falsità disprezzo scrittore mercante sbronzo bravo chiuso padre madre attento distratto appendiabiti risacca greto ballerino solo sole soli sofferto ingenuo meno treno stazione fiume nebbia bruma rima carnai ateo piastrelle sangue pingue specchio rogna parola occhio ovvio oblio catrame ceramica cera credenza bicchieri dio angolo grido risa filo taglio storto smorto ciuco stanco roboante pieno onnipotente estremo fango gru guru fuori unghie canini spandere macchia pelo braccio memoria valli cielo marionette fili spese spinte paura reti pesci mare cemento arrabbiato miele vento finestra miscuglio pugno abbraccio scaltro idiota musico macchina biondo bruno infimo cesso messo spinoso frutto tutto muto cieco vecchio convinto assillato mio tuo sazio magro incline zoppo frasca ramo seme spremuto verde cornice quadro mago sugo sangue inerme orecchie plastica sorriso fede metallo ciglia fuoco premio paura primo parco poco pullula guarda ammira distruggi crea tutto nulla......
venerdì 5 novembre 2010
Tudau
(underground version)
(underground version)
Sarà luce a ridosso di questa frontiera quando l’abbaiare dei cani si placherà lentamente fino a scomparire.
Per arsa che sia questa pietra sarà luce che non è di lampadina a fare profonde le radici sotto i fiori.
Se ci saranno colline e poi pianura si vedranno bruciare i fuochi che non vogliamo spenti.
Blu cobalto all’alba e d’alberi storti il cadere fitto di foglie su sogni ancora vivi. Vivi.
Prima delle parole le immagini prima delle immagini i suoni prima dei suoni il silenzio.
Sarà luce a ridosso di questa frontiera quando l’abbaiare dei cani si placherà lentamente fino a scomparire.
Niente è così stabile come il fragile equilibrio niente è equilibrio se non l’instabile.
D’ali il battere nell’aria densa come per uscire dall’acqua.
Prima ci sei tu prima di te ci sono i miei occhi prima dei miei occhi il mio cieco nulla. Il nulla.
Se la frontiera è la mia pelle per chi brillo.
Se la frontiera è la mia pelle per chi brillo.
martedì 19 ottobre 2010
Dei fiori persi altrove
Il male dei fiori..
Uomini inciampano su ombre di nero ,
stanchi bevitori all’angolo
sorseggiano birre rosse .
Con il ricatto del vivere ci imbrogliano
ci salvano e poi ci buttano via.
Solo per un minuto , in un sabato
sorpreso dall’allegria dei volti che si voltano
carne in un barattolo che si compra ;
volo via
non è tempo di democrazia .
Fiume di nuvole nere
come occhi di donne nude
incatenate alla tempesta ;
ha tempo per sorridermi il cielo
mentre passeggio su gli argini.
Sui viali dell’ urlo,
urlo di treno
un giovedì notte grida
grida per un attimo un passante
uomini al lavoro
solo per non piangere.
Un dolore pronto ad osservarmi
figlio dei pensieri che si sommano
agonizzante e nostalgico
negli occhi chiusi del cane
si farà amare , ma tacerà per sempre.
Un minuto
domenica senz’ anima ,
occhi neri mi parlano
sono carbone da ardere
in un giorno decadente
sorpreso dall’allegria dei sorrisi che si voltano ,
chiuso nel mio barattolo
vado via
non ho il tempo per uccidere.
Ma quale dolore hai comprato
nel luminoso supermercato ?
Intelligenza e coraggio ,
talento buttato via
nel buio ,nella quasi poesia
nessuna parola ora è piu’ utile
sassi nel vuoto o sassi da un cavalcavia,
nessuna ironia ,non è tempo per sorridere .
Sorpreso dall’allegria delle donne che si voltano
aldilà della felicità ,
dei nuovi pantaloni ,
vado ad osservare il cielo
ci danzi tutte le notti .
Pronti a disegnare un cerchio ?
A costruire un vivere
dove nessuno chieda elemosine
dove si pensi alla vita
come un impiccato al suo collo.
Il mondo
ci avvolge tra le sue spine,
un letto di rose
una lacrima
bocche sfamate
nessun sangue blu
nessuna bandiera ,
oro che emerge dai detriti
dai rifiuti tossici in fiore.
Uomini inciampano su ombre di nero ,
stanchi bevitori all’angolo
sorseggiano birre rosse .
Con il ricatto del vivere ci imbrogliano
ci salvano e poi ci buttano via.
Solo per un minuto , in un sabato
sorpreso dall’allegria dei volti che si voltano
carne in un barattolo che si compra ;
volo via
non è tempo di democrazia .
Fiume di nuvole nere
come occhi di donne nude
incatenate alla tempesta ;
ha tempo per sorridermi il cielo
mentre passeggio su gli argini.
Sui viali dell’ urlo,
urlo di treno
un giovedì notte grida
grida per un attimo un passante
uomini al lavoro
solo per non piangere.
Un dolore pronto ad osservarmi
figlio dei pensieri che si sommano
agonizzante e nostalgico
negli occhi chiusi del cane
si farà amare , ma tacerà per sempre.
Un minuto
domenica senz’ anima ,
occhi neri mi parlano
sono carbone da ardere
in un giorno decadente
sorpreso dall’allegria dei sorrisi che si voltano ,
chiuso nel mio barattolo
vado via
non ho il tempo per uccidere.
Ma quale dolore hai comprato
nel luminoso supermercato ?
Intelligenza e coraggio ,
talento buttato via
nel buio ,nella quasi poesia
nessuna parola ora è piu’ utile
sassi nel vuoto o sassi da un cavalcavia,
nessuna ironia ,non è tempo per sorridere .
Sorpreso dall’allegria delle donne che si voltano
aldilà della felicità ,
dei nuovi pantaloni ,
vado ad osservare il cielo
ci danzi tutte le notti .
Pronti a disegnare un cerchio ?
A costruire un vivere
dove nessuno chieda elemosine
dove si pensi alla vita
come un impiccato al suo collo.
Il mondo
ci avvolge tra le sue spine,
un letto di rose
una lacrima
bocche sfamate
nessun sangue blu
nessuna bandiera ,
oro che emerge dai detriti
dai rifiuti tossici in fiore.
giovedì 7 ottobre 2010
Parole scandite :
"....non si può tornare indietro
e devess'ere così
che l'ombra segua la luce
in danza implacabile e lenta...."
Ho disseppellito il mio metro preciso
per allontanarmi quanto bastava da voi
il giorno in cui
avevo più fame
e sete .
Cadono teste
e non è ancora battaglia
ad infuriare
è acqua nascente.
Nessun imbroglio
nessuno sbaglio
un'ala spezzata
fa di gabbiano
aquila.
domenica 3 ottobre 2010
venerdì 1 ottobre 2010
saldo
pietre posate, solo muovere
mentre mi giro, tra la gente indaffarata
sanno quelli che vagano, dove batte la mano
che non c'e` se non si cerca,
semplicità
che non ha ragione e non ha stimolo
come cera che non si scioglie e rinasce
come armi, meccanismi di unione
merda, morte e disillusione
svegliarsi con una nuova faccia
in un nuovo giorno
e per non avere più niente da perdere
crederci
mercoledì 29 settembre 2010
lunedì 27 settembre 2010
sabato 25 settembre 2010
A traverso
Gioco, come ombre, dietro le tende
ombre di mani che disegnano forme
nei muri di stanze dai colori accesi
dietro il giallo di una vita,
in attesa, le foglie cadono
la natura si fa` lenta.
Si perde tempo dietro nuvole di passaggio
si apre la bocca, oltre la sera
mentre la notte si ritira
e la lingua cerca nel palato
il tempo,
il momento giusto
per regalare saggezza inconscia.
Risposte che non si presentano
si nascondono, forse non esistono.
Gioco, come goccia che scava
con pazienza, come esperienza
gesti ripetuti, sicuri,
come sudore, come calma
sulle terre fuori paese
un colpo, un suono, un solco
con stanchezza.
Come pane nuovo, voglia di vivere
odore di pulito, tra quello che si raccoglie
e le ambiguita` di chi si crede nudo
vendendo voglie per le scale
sicuro, come chi non conosce vergogna.
Negli angoli, dove tutto si incontra
si fa tana, casa, riparo
dove non arriva la mano
dove non arrivano le unghie
per raschiare, per togliere via
cio` che ci fa sentire quasi sporchi
uscendo da bagni di vapore,
lasciando la vecchia pelle
sul sentiero, abbandonandola
cosi` che tutti la possano vedere.
Quel sogno, gli occhi aperti
nello scambio, nel non riconoscersi
attraversando
come cane senza catene.
sabato 18 settembre 2010
da TROVARE POSTO
.... uomini muniti di barba,
esaltati che ripudiano gli altri
lanciando maledizioni senza senso
negli angoli delle strade e degli incroci
vespai di comunione, oziosi in macchina
rumore, luci e rumore di fianco al monte
nella sua parte piu` liscia ......
su`
era di giorno, arrivo` il mare
ai miei piedi
arrivo` il mare e la schiuma
bianca,
bianca come il sale pulito.
ai miei piedi
arrivo` il mare e la schiuma
bianca,
bianca come il sale pulito.
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