sabato 25 settembre 2010



            A    traverso


Gioco, come ombre, dietro le tende
ombre di mani che disegnano forme
nei muri di stanze dai colori accesi
dietro il giallo di una vita, 
in attesa, le foglie cadono
la natura si fa` lenta.


Si perde tempo dietro nuvole di passaggio
si apre la bocca,  oltre la sera
mentre la notte si ritira
e la lingua cerca nel palato
il tempo, 
il momento giusto
per regalare saggezza inconscia.


Risposte che non si presentano
si nascondono, forse non esistono.


Gioco, come goccia che scava
con pazienza, come esperienza
gesti ripetuti, sicuri,
come sudore, come calma 
sulle terre fuori paese
un colpo, un suono, un solco 
con stanchezza.


Come pane nuovo,  voglia di vivere
odore di pulito, tra quello che si raccoglie
e le ambiguita` di chi si crede nudo
vendendo voglie per le scale
sicuro, come chi non conosce vergogna.


Negli angoli, dove tutto si incontra
si fa tana, casa, riparo 
dove non arriva la mano
dove non arrivano le unghie
per raschiare, per togliere via
cio` che ci fa sentire quasi sporchi
uscendo da bagni di vapore,
lasciando la vecchia pelle
sul sentiero, abbandonandola
cosi` che tutti la possano vedere.


Quel sogno, gli occhi aperti
nello scambio, nel non riconoscersi
attraversando
come cane senza catene.