lunedì 27 aprile 2015


La reciprocità degli zuccheri


E continuiamo a giocare, ho voglia e necessità di un bagno
devo cagare, non vorrei morire così come un coglione
soffro per quel che soffro, per un soffio

e allora lo sono, pazienza.


Ancorato come patella sulla calce come uno struzzo
cemento per difesa
fondamenta, in fondo non cerco niente
non cerco neanche parole

un’ albero che parla da solo
uno strappo di penne in qualche magazzino
un grido di dolore e di aiuto di qualche oca
di molte oche, nel vuoto
per descrivere la mia disperazione
la mia sensazione di paura.


E vorrei anche sentirli i decantatori, futuri gioiosi
spensierati
quelli che da piccoli non lottavano, prime luci
illusioni, miraggi, attese

eppure aspetta a tutti loro una prigione triste
un giorno vessato e oppresso in cui tutto sembrerà rifiuto
o un rifiuto per cui selezionare le carni

a me la testa e a te il cuore ancora caldo
il panico per il mio corpo debole
il fegato ce lo divideremo a morsi.


Anima instabile che corre e corre ancora
soffrendo piena di vizi, oltre essere una realtà
è una comodità, come  un falò

come un faro.

Mentre le urla non tornano da me, nei giorni che verranno
mi sforzavo tra i rovi, nel mio essere coraggioso tra il frigo
e la lavatrice in mezzo a prendere troppo spazio
e per questo soffio

un soffio che non mi salverà, come non mi salverà un’idea
o una ragione.

Batti forte
il cuore è debole e non mi può rispondere
batti forte, tanto il cuore oramai è quasi morto
batti forte 
non ti risponderà nessuno.





giovedì 23 aprile 2015

domenica 19 aprile 2015




Il pozzo



Quanto distano le mie mani da me
a forza di toccare la notte sono diventate
macchie che non riconosco

ma forse è dentro il petto che ha invaso il buio
una frontiera di dolore sordo e costante
tracciata dagli eventi dagli avvenimenti dagli accadimenti

perché mai anche la solitudine è affollata
i minuti e le ore sbraitano parole irrimediabili
detto e fatto in ciò assoluto e incontestabile

è la freddezza più pericolosa
vampa impenetrabile generata dallo sdegno
lama sottile e radice lunga fino al fondo

ha una perfetta simmetria l'assenza
con le montagne che franano dentro
il suono diventa implacabile e reale

e se sono le cose vive che s'impigliano
tra un bicchiere ed un abbraccio
se i fratelli tremano dinnanzi a questo sortilegio

ogni fermata diventa sempre più angusta
per me
la ripartenza sempre più difficile.



giovedì 16 aprile 2015





                                     CINGOMME







domenica 12 aprile 2015

OhSara


Figlio di chi sei
da quale albero vieni giù

dall ossido della mia macchina
la vita sarà più breve .

Dai andiamo via
la città a qualcuno fa traccia , paura.

Inni per un attimo di felicità
arrogante .....





Un sorriso con chi convivere
da convincere
questo lato di vita vede il mare.

La menzogna delle onde
cosa mi aspettavo
nel mattino guardando la risacca.

Avrei ucciso il mio rivale
per amore tuo intrappolato sulle onde.

Il mattino nella casa, la tua casa
non sarà mai il mio destino.

Ho capito dai tuoi passi
che non ti saresti mai fermata
io non lo so .

Non ballare ti prego adesso.



Consiglio Musicale





Il cuore


Un sorriso domani
riepilogo.
Anima dove vuoi.



A Sandra







barva


Semi di memoria inconsistenti, semi di zucca
da mangiare in solitudine e tranquillità

non suoni di ciottoli
ed erba verde senza fondamento e viscida su cui scivolare
ombre sull'acqua.

Burro chiarificato, per bene spalmato
il sole
cosparso come grasso sui sassi

la luce accecante e la pelle che si tira
con forza, con ancora più forza e passione
come quasi fosse possesso

e poi stendere, stendere e ristendere
a mano aperta
e pugno che preme e si fa male fino a sanguinare

di slancio, tra un albero e l’altro
piccola radura nella valle, quasi un sogno

urinare sulla polvere attorno per fare confine.


E lì che ti saluto, ti vedo per l’ultima volta

per me sei quasi un velo su una faccia
un lenzuolo, quello che ti dicevo

copriti, non farti vedere.


Correre per correre, ciò che è nella memoria
terra marrone e forse più

rosso terra nei miei ricordi
per farsi raggiungere

terra per acchiapparsi, per giocare
rincorrersi e non farsi prendere

per gare di resistenza
sfiancando i tronchi in abbracci

per apnee tra i muti di acqua dolce
e tavoli montati, per cucine da campo
per niente
per dormire e per ridere.

Scegli uno scudo, non quello di cartone
e combatti
combatti per me e con me

un foglio di carta spessa da piegare e ripiegare
un triangolo
una punta, due ali, un aereo

su cui volare via.




mercoledì 1 aprile 2015




Foglie


Vorrei essere striato tra le macchie e i sassi di fiume

e via è andato il sole nero cercato dentro il vuoto

ora lì sul tavolo l’acqua in aiuto per me

punte, terra, alberi secchi

è così l’azione, tempi di cenere.


Si sono suicidati per disperazione e solidarietà

su una sedia, sul tavolo e siamo qui seduti, un aiuto per tutti .


Sono un onda del mare, l’infinito che ritorna

un altro giorno migrano, il vuoto è azione

quando creare due piedi ed un angolo

abbraccio che non va, con un soffio la polvere

forse non migrava, viaggiava per un amico

un tavolo e una sedia, uno spicchio, un frantume di legno.



Caldo, qua c’è caldo, in abbondanza del caldo

il tavolo ed un pezzo di pane, un cerchio in più, un ruscello

uno che per la posta è nato più grande, il caldo ha ragione

ed è anche bello stare seduti, rivoluzione.



Una suda di legno, illusioni al posto di pennelli e lame

più grandi di me, fuori piove ed il cuoco si preme le tempie


fuori non piovono fiori

mentre la vita dentro una padella si scalda.