
lunedì 30 settembre 2013
Cornicione o salto
Nel fine corsa la fune era tesa
tra un lato e l'altro
a risolvere uno strato di scarpe e bambini
e contare la graniglia
un marchio del corpo.
E tu, per quella linea di calce
schiavi dentro recinti
che scalpiti per partire
in un ora ventimila punti
forme che coincidono
una sciarpa abbinata per bellezza
nell'esasperazione di saperlo.
Si continua a far finta di niente
i caratteri hanno altro da raccontare
una trappola da scoperchiare
due salti più in là
lame per una notte
dove tutto ha un termine
ucciderli tutti insieme
pure l'ansimare affannato
un gesto, un arco
un guizzo di sangue.
Canapa grezza intrecciata
un problema in meno
senza un domani preciso
una lotta lampo per assumere
un problema in meno eliminandoli tutti
sterco per sudici cerchi
quel soffio di responsabilità necessaria
finiscono i ghigni
per siringhe, per stringere un cappio.
Era quel giorno preciso
che puzzava di terra promessa
e gli accordi, raccolti in busta
saltarono
denti stretti
dopo un pugno chiuso scagliato
con terza ed elastici
portando nel cuore rancore oltre la linea
il confine, forza del numero.
Nella pelle di piazza, l'uomo
nelle sue vene di capacità
cancelleremo tutti i confini
trovando solidarietà nell'altro
per un tempo, bellezza
ancora lottare, l'evoluzione
uno su uno.
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