
martedì 10 settembre 2013
calco
Calco
E se fossero gli altri a contare, chi muore e chi vive
il sale libero risale al suolo, non conta la pioggia
mentre mia figlia piange stirando lame di cipolle.
Nell'altra stanza, affoga nel cuscino
nelle sue lacrime, tristi, amare, vere, false
nelle mie lacrime ancora più tristi
amare per sempre, non riesco a consolarla.
Suona ancora la vecchia sveglia che va a vitamine
suona ancora ma tu sei sempre in ritardo
in ritardo per sempre, è tutto normale sognando ricordi
ogni mattina compri sempre il giornale.
Prendi l'ascensore interno, quello grande
esci al terzo piano, superi la tenda di plastica, veramente spessa
entri nella libreria, ti avvicini vestito di bianco
anche lì trovi una connazionale curiosa
che ti chiede ogni giorno perché
perché compri ogni giorno il giornale.
E se fossero gli altri a contare chi vive e chi muore
mentre mia figlia cresce come rami di sambuco
sottili e leggeri.
Nell'altra stanza salta come una matta sul letto
nella sua euforia, come lattice di euforbia
nella mia pazzia di piazza controllata.
Devo trovare un modo che sia un mondo comprensibile
per farmi capire
come se fossero gli altri a spiegarlo
e spingo con forza e tensione la mia mano sul muro
confine del mio mondo
di un appartamento in affitto.
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