Brecce
Polveri di nave che si spinge
farina che circola polvere di vita
gabbiani si poggiano sui tetti del porto
polveri che ci lasciano.
La fortuna che gira e rigira
acqua quasi ferma e salata
la sfortuna che gira a vuoto
suonano alla porta poi bussano
e cade pesante non a caso.
Grida l'esistenza e chi è
chi è grida la mancanza
non a me grida il rischio
non a me
e il fuoco divampa spargendo semi
figli del vento di un giorno
fiorisce così non per caso.
Incontro e scontro la mano nera della sventura
si spera sempre che le cose vadano bene
quello che è più veloce dell'occhio ma non sempre succede
e chi rimane in piedi trottola di ferro e smalto
a cantare le aule vuote come gesso sporco che macchia
diventa megafono di bocca in bocca.
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