
martedì 24 luglio 2012
Carezzate dal vento
ali di sapone
Non riesco più a pesare, da vecchio
spaccando il mattone
con le mani nude, aspettando che
il sole superi la collina.
Uno dopo l'altro, uno dietro l'altro
terracotta su terra
sino a che la schiena regge.
Mi bagno la faccia col sudore della fronte
girandomi attorno
cercando rumore oltre il mio silenzio
se non mi muovo
non si muove niente.
Un altro mattone, un altro mattone
con le braccia che mi fanno male
prima che il sole si nasconda.
La luce non mi presta più aiuto
mi lavo le mani e mi siedo
per farcire in pace i polmoni di fumo.
Soddisfatto di ciò che ho creato
sto ad osservarlo accompagnato dalla stanchezza
godendo in pieno il fresco della sera.
lunedì 16 luglio 2012
Brecce
Polveri di nave che si spinge
farina che circola polvere di vita
gabbiani si poggiano sui tetti del porto
polveri che ci lasciano.
La fortuna che gira e rigira
acqua quasi ferma e salata
la sfortuna che gira a vuoto
suonano alla porta poi bussano
e cade pesante non a caso.
Grida l'esistenza e chi è
chi è grida la mancanza
non a me grida il rischio
non a me
e il fuoco divampa spargendo semi
figli del vento di un giorno
fiorisce così non per caso.
Incontro e scontro la mano nera della sventura
si spera sempre che le cose vadano bene
quello che è più veloce dell'occhio ma non sempre succede
e chi rimane in piedi trottola di ferro e smalto
a cantare le aule vuote come gesso sporco che macchia
diventa megafono di bocca in bocca.
domenica 8 luglio 2012
Vorrei un pozzo
Sicuramente era niente
di fronte ad un piccolo gioco
tra i fiori di ghiaccio
si consuma e si scioglie
e cos'era un piccolo gioco
frantumi
aspettare
saldo di piccoli pezzi.
Cos'era più di un piattino
per chiedere
e richiedere pochi soldi
mani aperte
faccia spuntata
monete per riempire.
Tra un braccio rotto
e una fronte sudata
non potendo scappare
pareti di cartone
erano in tanti spezzati dal freddo
tutti i petali già a terra.
Uno ed uno
per ogni colore e foglia
per ogni gradino della scala
e cadere giù ed aspettare
rovinato per le scale
chiuso fuori.
Tutto accade così
sfrontato di petto cuore a vista
un attimo per un attimo
scegliendo l'angolo più appuntito del cielo.
L'albero fa ombra
chiedendo favori a se stesso
poi il sole si sposta senza promettere
e se non ti sposti anche tu
inizi a sudare
ricco nell'impegno del momento.
martedì 3 luglio 2012
Anche io volevo uscire da questa casa di bava
Il sole che scende, lascia che scenda
colmo di rintocco, acido nello stomaco
ti aspettiamo per pranzo
prima che il legno faccia giorno
prima del mio ritorno.
Non ti riconosco più, l'albero del giardino
hai tagliato anche quello
le finestre di un giallo che pesa
hai tradito il colore per la sabbia.
Ed ogni volta che cadi in bagno
ti aiutano e ti raccolgono
come frutto maturo che si lascia andare
come dentiera senza colla.
Fantasma estivo, ombra del suo ricordo
cade su di me un lamento che mi spezza
con fiori marci esausti senza mano
vestito solo con quello che mi sta stretto
per rovinare i peli della pancia
sorridiamo tutti attorno
sciogliendo lo strutto pesante dell'anima
feste, felici come dolci.
Anche io volevo uscire
lunedì 2 luglio 2012
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