lunedì 14 maggio 2012




MATRIMONIO




Niente e tutto o altrove qui adesso ma un po distante
il tanto d'aria che sfuma
i colori forti e le impressioni abbaglianti squarci d'immagine nel tempo rivolo lacrimante
memoria sulla pelle in realtà più vicina alla testa alla solitudine ridente vanitosa vanità.

Appena la ferita sarà guarita non sarò più lo stesso e già sono.

Sorridi tu piccola mia e libra il pianto più in alto
distruggi quello che è stato creato per noi.

Forse nessuno ha visto niente perché il silenzio è fatto di forma ineluttabile
come privarsi di giudizio e scegliere una porta per volta a gusto puro.

Non è così.

I limiti hanno contorni opachi per questo non esistono scuse .

Sorretti e sostenuti tenuti in piedi quando non resta altro che essere meno disperati
e sentirsi male da non poter descrivere con parole perché il nero è irraggiungibile
ma esiste.

Sorgono come tramontano e si fermano a parlare quelli che non vedono i gingilli che abbiamo perso
nessuno è libero dai propri sogni ma ad esitare si è capaci quando ad infilare la mano nel buio
siamo noi.

Tane rifugi ad immagine e somiglianza
stanze come specchi ruvidi
luoghi di memoria presente
il profumo di un abbraccio
non è l'odore di uno stronzo.

Credo che le credenze siano mobili su cui appoggiare bicchieri
d'altronde se osservo più a fondo me
bramo te.




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