
martedì 31 gennaio 2012
Memore
Un immagine che si ripete anche chiudendo gli occhi
l'immagine rimane lì ferma solo meno chiara.
Non si risparmiano più corpi che ardono
lentamente diventano fumo e carbone.
E sono sempre le stesse finestre la stessa finestra
luce tenue che sfuma di giallo.
E non sarà questo cappello imbottito di lana e fortuna
a proteggermi dal freddo e dalla paura.
Fischiano e sibilano vicino e a ripetizione dietro le pareti di fango
dentro i muri scavati dalla forza dell'orrore.
Lontano dal mare il bianco accecante della neve il bianco del sale
che conserva tutto con l'amico freddo irrigidisce le menti più fini
si sgretolano le convinzioni fino a divenire sabbia.
E chi è più forte di me
ma non vale niente
e chi è più alto di me
ma non vale niente
e chi ha la barba più lunga
ma non vale niente
e chi è più vivo di me
ma non vale niente
Una nenia cantata con voci sommesse attorno al fuoco per dare coraggio
alle mani che si scaldano lasciando il freddo alla schiena
che non vale niente.
Spiagge di corpi bruciati lontani dal mare nel cuore interno del continente
tagliato a pezzi dalle fiamme e dal ghiaccio.
giovedì 26 gennaio 2012
Cronaca
Strappo un sorriso
accomodante
nella parte più infinita
di questo cielo assordante
di azzurro e di luce.
E come solitudine
un fiore che secca
da giorni
la sua sete di vivere.
Cerco fortuna
sale la carne al cielo
oltre il nero
di quell'alloggio.
Casco di ferro
sulla mia testa.
Ancora amore
mani più piccole
ti regalano dolcezza.
E quale sguardo
onestamente
ci umilia o ci desta
restando impresso
nel punto dell'iride
in cui raccogliamo
celati
i nostri eroi.
I nemici
da non incontrare.
mercoledì 25 gennaio 2012
Fiacco
Sprofondano
filano
e si alzano nuovamente
le fattezze sciupate
per strada
nei giorni dati in pegno.
Scaffali straripanti
di memorie e nausea
scivolano
corrono via
scuotendosi dal torpore.
Dai volti morti
sul lato freddo del tetto.
Dall'alba in su
inferriate si dischiudono.
Vestiboli vuoti
per cumuli che ci coprono
indaffarati nel sonno
a fuggire.
lunedì 23 gennaio 2012
( prologo)
lumache
scie di lumache
sbavando con fatica
salgono e scendono
bussando ad ogni porta
nascoste dietro
un idea
si consolano
tenendosi in moto
correndo
o facendo finta
Saldi
Nella tromba delle scale
ci si saluta.
Tu ridi
io rido.
Anche i gradini logori
ridono.
I corrimano consumati
le macchie sul muro
ridono.
Le targhette dei nomi
i vetri ancora puliti
ridono.
I resti di sigarette fumate
schiacciate in bella vista
ridono.
Gli stracci passati veloci
da persone contro
ridiamo tutti.
giovedì 19 gennaio 2012
Vu
Vorrei solo ungere
di quieto vivere
ciò che resta delle mie ossa.
Marmorizzando il corpo
con sputi di calce
e arena e colla
per rendermi più rigido
al confronto.
Chi mi ha visto nudo
senza vestiti
solo coperto di stupore
e pelle.
Chi mi ha visto
senza scudi di parole
nudo di nuovo
per non aver vergogna
verso chi è morto.
Chi mi ha visto
solo bianco e bronzo
come giovane autore.
Chi mi ha visto
chi cane
mi ha visto.
martedì 17 gennaio 2012
L'oro vicino
Eppur si vive
e vivendo si spera
per poter far giungere in dono
a chi è rimasto a casa
un vestito migliore.
Uno sforzo
umili ci si piega
senza rispondere agli insulti
piegando la schiena
sulle cassette a terra.
Più veloce, più veloce
un euro in più
un soldo in meno
da mandare oltre il mare
dove ha più peso.
L'albero colmo di frutti e colore
spine che si spingono
sulle mani legate
a raccogliere con furia
l'arancio della terra.
la neve per fortuna non infierisce
chi si ricovera vicino al mare
in spiagge invernali deserte
per addolcire nel sonno la fatica.
Per risparmiare i magri salari
rubati al lavoro forzato
senza diritti e sorrisi
ma solo pianti neri isolati
lontani da casa
dove lento scorre il fiume 'ndrina.
lunedì 16 gennaio 2012
Sogno
Raccolgo con voglia
i miei desideri più belli
da seminare su questo tavolo
dove mi appoggio con forza.
E' il coraggio che mi manca
per sputare più forte
e lontano da me
il veleno che accolgo in bocca.
Un lago sereno
che guardo sdraiato
sulle rive fangose
dove le gambe
del tavolo affondano
sotto il peso
della mia ira.
Quando arriverò all'acqua
spero che questo legno tenga
il peso animale del mio corpo
e nel silenzio naturale
galleggiare disteso
a osservare il cielo
che mi copre.
martedì 10 gennaio 2012
Per un saluto in più
E non esiste rancore
sotto questo fiato tagliente
di teste cupe che danzano
accompagnando
ciò che resta del passato.
Di notte
la fame di parole sensate
ci assale e ci spinge
verso la pelle perduta
in abbracci troppo stretti.
Calma e parsimonia d'amore
dietro languidi discorsi
e nasi mocciosi
fin sopra le labbra
amaranto di vino
e salute.
Corda amara
di vita o salvezza
ci unisce o ci slega
con l'ansia più forte
di ogni bracciata
lanciata scoperta
a raggiungere il vuoto
che ci separa dai sogni.
E non resiste di notte
la pace in tormenta
per un saluto in più.
mercoledì 4 gennaio 2012
Imperfezioni
C'è un tocco di rosso
ammalati d'inverno
immergendo le braccia nell'acqua
ed è imprudente
privati di dignità
anche senza gas
scoperti, spogliati
nudi
leggere con l'animo di chi ascolta.
Indicarsi
come pomello giallo e rotondo
piante appese, sopra mobili
tra un passaggio e l'altro
mare calmo
nel destino dell'intervallo
interno
un attimo di felicità
non riconoscersi.
Odori, argilla che invecchia
dita che spalmano saliva
ceste profumano
non più sane
ma non puzzano
più dei colli possibili
dei binocoli nascosti
tra i libri e gli atlanti.
Ieri ho tentato
di rendere lucida la pietra a terra
oggi la guardo opaca
tra la calce e un calice
solitario ricordo
uomo bicchiere
superstite
una foto in un angolo.
Le squadre
che misurano gli spazi
torre souvenir spezzata
piatto colmo di tempere
avvolto in un velo
erotico trasparente
di plastica aderente
piccole luci
più utili di quanto si potesse immaginare.
Memorie incorniciate
risaltano di bellezza profonda
e questo schermo verde che parla
schiaffo di foglie
la palpebra che non si ferma
per allietare al mattino
la luce e l'ombra.
Succhia la mente
l'uccello giovane porta doni.
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