
lunedì 28 novembre 2011
Sete
Magari un frigo nuovo
vicino al lavabo,
magari
l'albero al di là della finestra
rideva.
Il lievito che ti ho regalato
due stanze più in là,
là piove il mio amore.
Oltre il bianco cielo di questi soffitti
tieni lontano anche tu
la pelle più ruvida.
Qualcuno canta,
bisogna essere normali
con o senza una lente per guardare,
dentro un bagno
afoso come un'estate
ed il vento che viene.
E se fosse nella tragedia
grande ardore
da piccolo ne morirei.
Punge il vicino di banco
fino all'occhio
cucire,
per l'inverno che viene incontro.
Ancora il vento sulle rive
nel docile appoggiarsi
e rendere lieto il sonno.
Quel che si dice
quel che si dice
diluendosi senza fortuna
ora ti vedo,
culo di bottiglia
ti vedo
ti vedo in fondo...
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