sabato 27 agosto 2011
LUCEMAI
Credo alle tue braccia che tengono anche il peso del cielo
ma non credo al tuo abbraccio così insicuro da lasciarmi cadere
le possibilità sono margini lacerati che esistono nella memoria
la perfetta descrizione dei fallimenti e l’incapacità di farne castelli
un tempo fermo vergine ideale e solenne
quando il suono della propria voce era presenza assoluta e suonava come vagito.
Credo alla solitudine perché da solo vedo quello che vedono gli altri
alle pareti umide delle cantine alla morte nei crocevia alla musica nei bagagliai
credo all’insicurezza con le donne alla sicurezza di un lavoro e credo in quello tonto
in quello che farà strada e l’altro che tornerà di sicuro e nell’assassino e nell’artista per forza
credo in quello che ha avuto la capacità di soffrire perdendo solo il suo sangue
in chi è veramente solo e non lo fa pesare credo in quello che mi deride perché ha paura
credo nei pagliacci nella musica ad alto volume credo nei vecchi
a quello che uno mi dice
credo in chi non ha mai messo carne al fuoco
e timidamente ha alzato la mano con un gesto svogliato e cosciente
nel momento in cui tutto và a puttane
dicendo :
“…facciamo qualcosa!”.
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