
martedì 23 agosto 2011
Golubac
Dove mi cade la mano destra
dritto dietro la roccia
se chiedo un nome troverò vento
un alito riporterà
oltre il solco, altra gente
stesse facce bruciate dal sole
il grano giallo invecchia
e senti la lingua più salata.
Trovandomi cieco davanti alla casa
cani scuoiati appesi
fontane dove lavare senza voglia intestini
con testa bassa, goccia dopo goccia
nelle rive alte dove passarono tutti.
Qualcuno si fermò qualche migliaio d'anni
solo l'ombra dell'altra parte
tra tombe e trombe, prugne selvatiche
punte di pietra e pesci affumicati
distesi ad osservare
fino a che occhi di vetro escono
per scolpire facce sulle pietre
coprendosi di frasche e foglie
copricapi di lana grossa
biondi su nasi rossi
la vita scorre su nastri senza argento.
E frutta che cade, case di fango
dove l'acqua è verde e tutto galleggia
nel confine dei confini
dove tutto si unisce.