domenica 3 luglio 2011

                             

                    Sc(h)ius(h)








Asciugo i fiori, i gambi lasciati nell'acqua
li accorcio, li taglio
li rendo più piccoli.

Prima del giudizio, il gioco
anche non animale
senza eversioni, vista dai bambini
l'anima duole quando manca.

Hanno trucidato intere comunità
in nome della loro fede, assassini
assassini nel falso nome di un uomo.

Si, per il pane, non per l'acqua
no, per la carne, non per il pesce.

Le parti mozzate per igiene religiosa
i fuochi purificatrici
le arance in cima sono arrivate dopo.

Uomini arsi, lardo spalmato
sui pali puntati verso il cielo
sperando in una buona raccolta.

A misura
del contenitore che li deve portare
ospitare, così come fuoriescono
dall'orlo del vetro, più belli
nel loro massimo splendore.

Schifosi, nel disonore prendono il corpo
prima di squagliare infanti nell'acido
della propria bile.

Viva i figli delle congreghe amanti
degli ultimi, dei flagellati e dei flagellatori.

Di venerdì le storie che seguono
prima delle scelte, i giochi nel bosco
tra gli alberi sognati, immaginati da piccoli
manifesto della memoria.

Si, per il sangue e si per il cuore
no, per le vene sporche e non per la pelle.

Viva la compagnia delle opere
i falsi nomi, i falsi acquisiti ed i falsi renitenti.

Rotoli di farina e uova e oro come sabbia.