Vivo nel bosco pieno di vita
Vedrai i tuoi novanta anni bruciarsi nelle candele
rosolando i tuoi, bruciando all'osso il mattino
quando arresteranno i nipoti barricati
nei marciapiedi nascosti da parrucche e farse di capelli
condannati, quelli che non si coprono
sciabole a vista, come sacrifici in affitto il lunedì.
Vuoi vivere vendendo residui di benzine care
denti duri per masticare, occhi come fossi
polveri che si sprecano, sui visi e sulle labbra
i mercenari al soldo, divise pronte per pulire
per premere grilletti all'ombra dell'alcool.
Come collane di pietre di mare, le porterà via il vento
nel verde, nelle pianure che si perdono tra i corpi
mentre il tanfo gira, gira anche la carne nell'arrosto.
Chi vince decide, chi perde veste di viola
ballando negli orli delle gonne rase a terra
vedrai ancora i tuoi novanta anni
il vicino è duro in un ripetersi di campi bianchi
appassendoci in un giorno, nel caldo
quando il sole cade per un altro anno
come punta che buca nelle risse che ci impegnano.
Dormire nelle stagioni stanche
sotto il soffice soffio del sonno
come nera è la vita e bianca è la lotta armata
sono gli inverni che ti uccidono
giorni senza sole
non morirai sotto il tuo camino.
Il fieno brucia ma non rende complici le tue mani
sotto i ponti di passaggio tuo padre ti accompagna
le fiamme isolate, distanti dai peli del culo
e chi raccoglie i morti lontano dalla pioggia
senza guadagnare.
Lontane dal cuore intermittente, si illuminano
più fini e più scaltre, le dita affusolate
come luci per le feste.