Sognandomi in piazza ,
ad aspettare il mercato
con le braghe tirate su da un elastico ,
correvo veloce .
Ubriaco dall’ esistere ,
allo stesso tempo schiavo
di una consapevolezza
che mi perseguita ;
è il tempo con le sue nuvole
che non tornano indietro.
Cattolico , mite e appagato
permaloso , anarchico e incazzato
ladro di affetto
ma di un rigido fragile
quasi da essere vigliacco .
Senza volere
dipingermi di terra rossa ;
nel forno tra le tegole
per tirare fuori durezza ;
capovolgendomi per buttare fuori
il bianco di ogni difetto.
Vivo guardando la piazza
ma aldilà della strada
solo la pioggia
e del tuo profumo un buon vento .
Sperando che ne il buio
ne il mondo possano indebolirmi di nuovo
di nuovo lasciarmi muto ,
magari stavolta per sempre
è per sempre .
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