domenica 11 agosto 2013



 Il vecchio 
 dei cammelli


E se non bastasse correre, inciampare
nella patetica illusione di fuggire
l'ignoto, un verso.

Ti avevo detto
il tramonto sarà confine
chi mi scaglia contro, spera che crepi
tra i cespugli giù in fondo.

Mano, contare nodi su una fune
da sessanta a sessanta
e quel ridicolo cancello
che serve solo a dividerci dagli altri.


Sono morto quel giorno
mentre rotolavo tra la strada, la ghiaia
e le lame contorte
che mi hanno tatuato la fronte.

Il mare si vede ma non si sente
sono morto
e da allora vivo solo nella mia mente.


L'importante è fare i turni per lavarsi
come in un sogno infinito
dove la pioggia di pietre
ha creato colline e montagne
per me invalicabili.

La ritirata non c'è, si libera fuori
ed è meglio andare uno alla volta

rendendomi simile a un albero
restituendomi uomo

l'insieme è difficoltoso
per un vegetale senza radici.

Metteremo dei paletti
forse anche colorati, magari una rete
delle transenne in bronzo fissate a terra.


Solo le mani e i rami per aggrapparsi
travolte dalle allergie
e adesso dormo tranquillo.

Cosa può cadere, succedere
ho un cesto in testa
legato stretto con lo spago sotto il mento
spero che ci stia tutto.





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