martedì 9 aprile 2013



20



Appena un passo contiene il vuoto
lo scivolare lento di membra verso non sarà più
e parole sicure come cristallo hanno tempo
per frantumarsi sotto il peso dei gioghi nuovi
prima dello sguardo uguale a dopo ancora
profondo finale incessante riso accennato
squama di dolore sollevata da un dito curioso.

Appena un passo e poi il vuoto
sporgersi troppo come allungare le mani
abisso incombe sopra e sotto nero
ma non vedo le gambe e i piedi dove vanno
il blu del cielo mi ubriaca seriamente
e tu non mi credi.


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