
venerdì 15 febbraio 2013
Gli arti
Lame per artigli coda di fiamma
che illumina, mano complice
il furto del giorno.
Quale occasione
nel cogliere insieme terra e lavanda
per sporcare d'accordo il viso e le unghie
sotto lo sguardo sereno di chi ti ascolta.
I vetri, venti a venti
si accostano nei giorni lenti
si incontrano abiti e persone già viste
in attesa di un vuoto comune
che ci risucchi.
Essendone consapevole
prima di accendere il fuoco
di riscaldare l'acciaio affilato che prolunga il mio braccio
scudato di feltro e lacci di ferro
in attesa del tramonto e di quel che porterà.
Per non sporcarmi
mutande di lino strappate a stracci
fasciate le dita le unghie imbiancate
il viso macchiato di calce tra i gesti muti
e le labbra chiuse per la polvere.
Agitati si scontrano spezzandosi
venti e poi venti
frantumi di cocci taglienti
facce già viste nell'altro lato della strada
si lanciano impazienti
nel pieno del vortice.
Nel mio meglio seguirli
nel dubbio morirgli dietro
ripetendo continuamente il mio nome
e incitandomi
nell'illusione di esser vivo.
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