venerdì 5 ottobre 2012

Il numero 2




Soave legge del pensiero

ti leggo un’altra volta,

la data di scadenza sull’altro lato

quello camuffato dalla storia .


Etichetta ,dopobarba

numero di taglia o bersaglio,

nessuna parola ,nessuna .


Ho appena pisciato in laguna

storie da uomini veri,

bugie che ho appena comprato.


Culto di quello che è già miseria

di tutto quello che da anni ci raccontiamo,

che culo

non siamo caduti sul dirupo .


Forse era meglio un saluto

una bevuta finita tra i vomiti,

trasportarsi  sui gomiti

 imprecando la vergine

 che non ci ha mai amato .


Forse era meglio

 non avere incontrato

le persone giuste

che sanno di commettere errori .


Nelle cantine dove ho sognato

si ascoltava il blues

non si amava

non  si parlava della brutta stagione

o della disoccupazione

del vestito di Lady Oscar.


Non si pensava

 mai poco del vuoto ,

mai del dopo .


Il debito era alto ,

soffrivano

solo i padri della costituzione .


Il mio cuore è malato

 addormentato dalle parole,

tra i sorrisi dei giganti deformi .


Senza ipocrisia narrami

perché ho tradito ogni mio sorriso ;

non dire che non hai sentito il mio battito .


Ogni volta che vado via

mi ricordo perché devo restare .



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