
lunedì 27 agosto 2012
Appesi
Povero palco, povere pezze
muovo o non muovo la testa
sono io che lo scelgo.
Nell'arco del giorno trionfano
le forze che ci guidano
tenendoci per i capelli.
Povere scarpe, poveri piedi
povero me, uomo senza fili.
M'inchino per terra
lentamente mi piego
voglio baciare il pavimento
leccarlo a lungo
per appoggiarci la fronte.
Alza un braccio, fai leva
lavora, muovi la gamba
povero me, fili invisibili.
La mia fronte bagnata
dalla mia saliva
l'ho scelto io.
E credi ancora di essere libero
come libera è la tua bava.
Povera bocca che non sa più parlare
povero me.
E credi ancora di essere libero
come libero è il tuo respiro.
Povero te, povero me.
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