S E M P E R A V A N

mercoledì 29 agosto 2012
lunedì 27 agosto 2012
Appesi
Povero palco, povere pezze
muovo o non muovo la testa
sono io che lo scelgo.
Nell'arco del giorno trionfano
le forze che ci guidano
tenendoci per i capelli.
Povere scarpe, poveri piedi
povero me, uomo senza fili.
M'inchino per terra
lentamente mi piego
voglio baciare il pavimento
leccarlo a lungo
per appoggiarci la fronte.
Alza un braccio, fai leva
lavora, muovi la gamba
povero me, fili invisibili.
La mia fronte bagnata
dalla mia saliva
l'ho scelto io.
E credi ancora di essere libero
come libera è la tua bava.
Povera bocca che non sa più parlare
povero me.
E credi ancora di essere libero
come libero è il tuo respiro.
Povero te, povero me.
sabato 25 agosto 2012
dalla serie " Il Volo ".......
Volo, mi concedo all'aria
tra l'angostura e il tabasco
il mordente spugnato.
Volo, un mattino
come un caffè dopo una lunga notte
e poi ridere
ridere e ancora ridere.
Volo, tra il granito ruvido
che mi aspetta
e i denti non più bianchi
pronti a morderlo.
Volo, volano parole leggere
di coppie fatte e disfatte
seduti nell'angolo di un incrocio
ad aspettare il tempo che passa.
Volo, domenica del villaggio
padri dalle mani viscide
e figli, frutta da compagnia.
Volo, non mi servono le ali
e non devo neanche chiudere gli occhi.
sabato 11 agosto 2012
Fischia, fischia
Spezzandoci come onde del mare
liberandosi per sempre nel bianco della spuma
attraverso il buco di uno scheletro di riccio
cuori di stoffa per terra
astri perduti nello spazio di un'impronta d'argilla
davanti alla porta.
Il suono più cupo di una viola
mi gridò dietro per incitarmi
nella smorfia di un soffio
sottovoce, tra le parole perse e quelle confuse
non c'è più tempo, non affogare.
E' meglio non sentirsi niente
prendendo calci in bocca dalla mattina alla sera
essere un'offerta al mercato
e cercare poi di fissare tutto con uno sputo di colla.
Mentre piove e tutti scappano
inseguiti dal suono odore del proprio nome
cercando un posto per ripararsi.
E tu sei lì, prezzo scontato
attaccato al soffitto con la lingua
pezzo crudo
cercando di orientarti, pelle di bestia
per cui nessuno perderà l'amore.
giovedì 9 agosto 2012
- Prologo -
... gli "Apericena" vanno per la maggiore
gamberi cresciuti ad antibiotici
e cozze alla nafta
illudono nello sguazzo delle salse
i molti rimasti in città ...
Le Ferie di Augusto
I trilli di flauto di qualche decennio fa
i parcheggi vuoti
il sole a picco.
E c'è chi passa il tempo
a buttare pane secco
per ingrassare i colombi
aspettando che
prendano il potere in terra.
E c'è chi passa il tempo
seduto all'ombra della fermata dell'autobus
osservando chi sale e chi scende
aspettando che
arrivi l'ora di pranzo.
I trilli di flauto sono finiti
è iniziata un'altra canzone
i parcheggi non sono vuoti
ed il sole, stando alla televisione
è sempre più caldo.
giovedì 2 agosto 2012
Senso all'assedio
E come sogno diurno, sognare
vivendo di notte
mentre il silenzio domina la realtà della solitudine
aspettando la luce
e gli uccelli che segnano l'alba.
Tuona, il corpo stanco chiama
mentre cede, pezzo a pezzo
ogni convinzione di potenza.
Tolgo il sospiro, fermo il tempo
nel risucchio di una bava di anima
animo la voce.
Cercando elastici per allungare la vita
tenderla a rischio.
Mani di sughero mi cingono la testa
come corona morbida
nei giorni del vuoto, paura di cadere.
Vivere o solo vivere
a venti anni da una guerra fratricida
nella cortezza della vita
quando è impossibile dimenticare.
Giorno dopo giorno
cercando di creare dal nulla un esistenza altrove
sopravvivere a se stessi.
Non poter tornare
ogni casa diventa la tua casa
e la tua casa diventa la tua tomba.
Dove poter essere stanchi
drammaticamente stanchi di se stessi.
Quando si ha restituito tutto
cosa rimane oltre la propria ombra.
Cosa rimane quando hai dato via tutto
per ricominciare a vivere.
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