sabato 27 luglio 2013




    Petrolio


Se prendo l'ostia muoio

adesso draghi e cuscini
e scendo dal letto

corde di cartone e echi stonati al mattino

se arrivo a Ostia avvolto da bucce d'arancia
mi salvo sotto un ombrellone

e voto rivoli di rivoluzione solo per me.


Con cannucce di carta conquisterò il mondo
cercando spazio tra le mie pupille

un quadrato libero dove piazzarmi
tra i tanti teli per il mare colorati
per squagliarmi sotto il sole.


Tra il fango e le anguille

trombe di fanfara tifano per me
riuscirò a respirare anche sott'acqua

in questa lingua tra la terra e il cielo

dove qualcuno tenta di soffocarmi.


Solo ferito dai calci in faccia
e perciò sopravvivo a ciò che si scioglie
in bocca

tra la sabbia e l'anguria e tra i denti i semi

la mia vita è avida
la mia fine è lurida.





venerdì 19 luglio 2013




   11  Luglio


Meglio tardi che mai

vedo liquido coprendomi dal sole
congettura dei tempi

in mano un pezzo di cartone

cercando soluzioni nella continuità

geografia sentimentale
per salvare la repubblica

divinità dei gesti
non c'è dubbio.


Lenti esaltano la mancanza d'azione
necessità delle soluzioni

tara genetica
follia del momento

puoi leggere tutti i libri che vuoi

compromesso

se poi non mangi avido la strada.


Ferma la verità
rimani lì dove sei seduto

tic tipico
popolo per terra

sabbie mobili all'occorrenza
nell'angolino colorato che hai trovato.


Talmente mobile da tappare
per nascondere

le  bocche non propense

nell'allarmismo metodologico
continuazione dello status quo

che ci comprime in noi.


Che dire
vittime coscienti della pigrizia accecante

che fare
in assenza di uno scopo

iniziare a correre

forse no.


Trasformarsi in un pezzo di legno
pisciare fuori dal secchio

aspettando la pioggia.





martedì 16 luglio 2013




       Lasco


   E mi fermo a guardare

   mentre il cuore
   duro e stanco tace.


   Oggi è un altro giorno

   una realtà oggettiva in più si aggiunge
   nel lungo elenco che mi accompagna.


      Ruoto e mi volgo
      neanche più di scatto
      mi giro lentamente

      mi piace sempre guardare
      ma lo faccio con distensione.


   I miei occhi invadono la vita degli altri

   e tutto è lasco
   tranne la mia stretta di vita.





domenica 7 luglio 2013



Nel territorio libero di Trieste


L'Europa unita dal conio
spellandoci per i doveri domestici

nel mare di isole persone, sono solo seccati
nella festa popolare, cimici e maggiori libertà
nell'invidia religiosa, nella crisi l'umiliazione
lacerano il cuore delle origini
nella nuova concezione del mondo.


E si parla solo di liberare le merci
seppelliamo il passato

non del sogno dell'uomo, nello sviluppo del pianto
non delle sue emancipazioni, suggelliamo le ferite
non del sangue versato tra le mani
che con orgoglio ci salutano armate.


Nella strada, via delle rose caucasiche
che rischia di impazzire, i timori
tra i ritmi talmente lontani, i tumori
dal suonare all'orecchio sordo
dei nazionalismi ridicoli.


Europa, luna di Giove, vinta dai soldi e dalle paure
che mostra sempre la stessa faccia

nel fiume omofobo che suda sulle sponde
tra stelle filanti e trombette e disastri
nascondendo l'odio religioso
presi dal freddo, bruciando gli alberi d'inverno
trafiggono il cuore delle intenzioni.


Ci salveranno i banchi, i monti e le casse
lumi di garanzia
comprando per pochi spiccioli madreperle luccicanti
gli ultimi aliti di libertà
svenduti al mercato liberato dalle bombe.


Il porto di un grande impero, tra i nuovi consoli
il porta valori, accettato per forza
nella fredda contrapposizione di idee
che muoiono.


Quello che l'uomo sente
quello che l'uomo non sente.

Eurovisione.