martedì 25 marzo 2014




Io e gli altri
ma principalmente Io


Secchio
tramonto di un contenitore di speranze
prova a sentirti braccato dal tuo essere
vizi e virtù spoglie di sembianze
nella stessa valenza di un manico di scopa

e nel mentre il vento grida
grida, urla e ti entra dentro
nell'assoluto di questo vuoto
prova a capire cosa vuol dire
sentirsi staccato
salma che cammina per automatismi
fantasma di un idea mentale
mai vissuta

rincorrendo gli altri come un cane
un osso
un osso di zucchero, un abbraccio
un saluto, un po' di compagnia
tutto quello che cercava.


E adesso sei qui, secchio vuoto
a servizio, pagato a ore
vai lì, vieni qui, fai questo, fai quello
e si risponde , si ,si
cercando anche di fare del proprio meglio

ma dentro si è solo morti
ed il cielo e la luce del mattino
sono solo contorno
contorno di un mondo che non appartiene
una scatola di sopravvivenza
in cui si diventa rifugiati e reclusi.


Una scatola di plastica talmente tonda
da sembrare un secchio
un piccolo pozzo a misura d'uomo
in cui affogare dolcemente.







domenica 16 marzo 2014




     Scempio


Fieno non greco, coliche d'amore
muro contro muro
armi da taglio e fughe
scuse e poi scuse e piccole bugie
sale a salve
non so se devo e non so se ho
mi piacerebbe sapere
quale sia il mio dovere

se sia meglio un osso oggi
e un uomo domani
cane contro cane

se sia meglio un alba gialla
o un mattino radioso
merda del mattino

se sia meglio il ferro leggero
o il legno bagnato di pioggia
scimmia contro scimmia

se sia meglio
una patata dolce
o zenzero e zucchero.


Fieno o non fieno
greco o non greco
più verde del rancore
sempre di amore si parla
più di sofferenza che di amore
e poi scuse, armi , sparatorie
e falsità.

L'assenza di amore e amicizia
l'empatia evolutiva della specie
tra organi e organi
fuoco e terra
ci fosse una sorta di legame
una ragione
nell'animale compiuto.

Cosa rispondere a chi ci sta vicino
che brucia i mobili
e gli alberi del giardino
quando,  in fondo al viale dei sogni
grideremo rivolta
una volta per tutte.





giovedì 6 marzo 2014



      Cloves


Guanti, tanti secoli fa
guanti
orlo degli eventi inutili
eccoli i guanti chiodi
e per quanto siano sporchi e luridi
nel mezzo dell'insieme non vuoto
son sempre guanti

volerò sopra i campi
e tra i garofani
i registi esaltati
sfiorandoli con lame d'aratro

che  io non ho

acciaio che mi prolunga
nei capolavori di realtà
solcando il suolo
e vele di ali che sospingo
nel nulla
dell'alito di  un vento spontaneo
sforzo di un urlo continuo

sudando che cade goccia
come sale prima della neve
e il vomere insemina e fertilizza
questa folla di terra incolta

guanti, poco tempo fa
guanti
orrido dell'orlo di una tazza
e tra i tanti chiodi di garofano
eccoli i guanti