martedì 19 ottobre 2010

Dei fiori persi altrove

Il male dei fiori..




Uomini inciampano su ombre di nero ,

stanchi bevitori all’angolo

sorseggiano birre rosse .

Con il ricatto del vivere ci imbrogliano

ci salvano e poi ci buttano via.

Solo per un minuto , in un sabato

sorpreso dall’allegria dei volti che si voltano

carne in un barattolo che si compra ;

volo via

non è tempo di democrazia .

Fiume di nuvole nere

come occhi di donne nude

incatenate alla tempesta ;

ha tempo per sorridermi il cielo

mentre passeggio su gli argini.

Sui viali dell’ urlo,

urlo di treno

un giovedì notte grida

grida per un attimo un passante

uomini al lavoro

solo per non piangere.

Un dolore pronto ad osservarmi

figlio dei pensieri che si sommano

agonizzante e nostalgico

negli occhi chiusi del cane

si farà amare , ma tacerà per sempre.

Un minuto

domenica senz’ anima ,

occhi neri mi parlano

sono carbone da ardere

in un giorno decadente

sorpreso dall’allegria dei sorrisi che si voltano ,

chiuso nel mio barattolo

vado via

non ho il tempo per uccidere.

Ma quale dolore hai comprato

nel luminoso supermercato ?

Intelligenza e coraggio ,

talento buttato via

nel buio ,nella quasi poesia

nessuna parola ora è piu’ utile

sassi nel vuoto o sassi da un cavalcavia,

nessuna ironia ,non è tempo per sorridere .

Sorpreso dall’allegria delle donne che si voltano

aldilà della felicità ,

dei nuovi pantaloni ,

vado ad osservare il cielo

ci danzi tutte le notti .

Pronti a disegnare un cerchio ?

A costruire un vivere

dove nessuno chieda elemosine

dove si pensi alla vita

come un impiccato al suo collo.

Il mondo

ci avvolge tra le sue spine,

un letto di rose

una lacrima

bocche sfamate

nessun sangue blu

nessuna bandiera ,

oro che emerge dai detriti

dai rifiuti tossici in fiore.

giovedì 7 ottobre 2010




Parole scandite :

"....non si può tornare indietro
     e devess'ere così
     che l'ombra segua la luce
     in danza implacabile e lenta...."

Ho disseppellito il mio metro preciso
per allontanarmi quanto bastava da voi
il giorno in cui
avevo più fame
e sete .

Cadono teste
e non è ancora battaglia
ad infuriare
è acqua nascente.

Nessun imbroglio
nessuno sbaglio

un'ala spezzata
fa di gabbiano
aquila.

venerdì 1 ottobre 2010









f



            


                saldo




pietre posate, solo muovere
mentre mi giro, tra la gente indaffarata

sanno quelli che vagano, dove batte la mano
che non c'e` se non si cerca, 
semplicità

che non ha ragione e non ha stimolo
come cera che non si scioglie e rinasce

come armi, meccanismi di unione
merda, morte e disillusione


svegliarsi con una nuova faccia
in un nuovo giorno


e per non avere più niente da perdere
crederci





abbandono me stesso prima che te
le mie scarpe su questo pavimento
il mio cortile per un ciliegio in fiore